Venerdì 19 Aprile 2024

Berlinale, Gianfranco Rosi vince l'Orso d'oro e lo dedica ai profughi e a Lampedusa

Il documentario Fuocoammare è stato tra i più applauditi. Il film tratta il dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo. Rosi lo ha dedicato a Lampedusa: "a chi non è mai arrivato, e alla splendida e generosa gente dell'isola"

Berlinale, Gianfranco Rosi vince l'orso d'oro (AFP)

Berlinale, Gianfranco Rosi vince l'orso d'oro (AFP)

Berlino, 20 febbraio 2016 - Gianfranco Rosi premiato con l'Orso d'oro alla 66esima edizione Berlinale per il docufilm Fuocoammare, dedicato al dramma dei migranti che attraversano il Mediterraneo e tentano di arrivare a Lampedusa.

In lizza c'erano 18 film, ma il documentario del regista italiano è stato molto applaudito e la rivista Screeen lo ha giudicato il migliore in corsa. Granfranco Rosi ha dedicato il riconoscimento alla "splendida e generosa gente di Lampedusa". 

Il regista ricevendo il premio ha ricordato: "Il mio pensiero va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa nel loro viaggio di speranza, e alla gente di Lampedusa che da venti trenta anni apre il suo cuore a chi arriva".

L'Orso d'argento per la migliore attrice è andato alla danese Trine Dyrholm per il film "La comune" di Thomas Vinterberg. Migliore sceneggiatura è andato al polacco Tomas Wasilweski per il film "United States of love".

L'Orso d'argento per il migliore attore è stato assegnato al tunisino Majd Mastoura per la sua interpretazione in "Hédi", prima produzione araba in competizione alla Berlinale da 20 anni. Majd Mastoura ha reso omaggio "al popolo tunisino" e "ai martiri della rivoluzione" del 2010-11 in Tunisia ricevendo il suo premio. Orso d'argento per la migliore regia è andato alla regista francese Mia Hansen-Love per "L'Avenir". Quinto lungometraggio di Mia Hansen-Love, 35 anni, il film racconta la storia di una professoressa di filosofia, interpretata da Isabelle Huppert, alle prese con una nuova libertà dopo essere stata lasciata dal marito. Il premio Grand Jurie consegnato a Danis Tanovic per "Mort a Sarajevo".

LE REAZIONI, DALLA POLITICA ALLA CULTURA, IN ITALIA

UNICO FILM ITALIANO - Era l'unica opera italiana a partecipare. Rosi ha emozionato e convinto la platea e la giuria raccontando un'isola confine simbolico dell'Europa tra abitanti che vi risiedono e migranti che vi sbarcano alla ricerca di un futuro migliore. Dopo aver vinto il Marc'Aurelio d'oro con "Il Sacro G.R.A.", Rosi si era trasferito a Lampedusa per un film poi definito "potente" dal direttore della Berlinale Dieter Kosslick. Fuocoammare, in sala dal 18 febbraio, è la storia di Samuele e delle sue sensazioni, un ragazzino di Lampedusa che ha dodici anni e va a scuola. Ci sono voluti due mesi di montaggio e l'invito della Berlinale era arrivato proprio durante questo periodo. 

IL SESTO A VINCERE A BERLINO - Gianfranco Rosi con 'Fuocoammare' è il 6 italiano ad aggiudicarsi l'Orso d'Oro al Festival del cinema di Berlino. Il premio mancava al nostro Paese dal 2012 quando andò a 'Cesare deve morire' dei fratelli Taviani. Prima era andato nel 1991 a 'La casa del sorriso' di Marco Ferreri, nel 1972 a Pierpaolo Pasolini con 'I racconti di Canterbury', nel 1971 a Vittorio De Sica con 'Il giardino dei Finzi Contini', nel 1963 a 'Il diavolo' di Gianluigi Polidoro.

ROSI IN CONFERENZA STAMPA: NON E' UN FILM POLITICO, ANZI SI - "Continuo a dire che il mio film non è un film politico, non ha uno statement politico. Ma forse sbaglio, lo è a prescindere". Lo ha detto Gianfranco Rosi a Berlino, in conferenza stampa alla Berlinale. "Ho iniziato questo film un anno e mezzo fa, allora il dibattito era molto sentito in Italia, Lampedusa era la porta dell'Europa. Ora anche l'Europa sembra si sia accorta del fenomeno".  L'Italia e i documentari: "Lo dico con umiltà ma credo che l'Italia sui documentari sia avanti. Ci sono registi bravissimi. Il documentario cerca di abbattere la barriera fra verità e finzione. Cioè trova la verità nelle cose - ha aggiunto - attraverso la forza delle immagini e del linguaggio cinematografico".