Festival, Ruggeri fa 10 e cerca la lode. "La musica è un viaggio incredibile"

Il cantante: "Quante volte sul palco, più di Patty Pravo. Ma non sono il più vecchio"

Enrico Ruggeri (Ansa)

Enrico Ruggeri (Ansa)

Milano, 5 febbraio 2016 - «CORRE FORTE il tempo e ogni sentimento / è nato da quello che è stato / è già diventato una spina / tutto come prima ma su nuove sponde / si nuota passando le onde». La giostra della memoria regala ad Enrico Ruggeri un cavalluccio colorato ed esistenzialista per affrontare il suo Sanremo numero dieci. «Uno più di Patty Pravo… stento a crederci» assicura. «Fortuna che, almeno anagraficamente, in gara non sono il più attempato, ma arrivo terzo dopo la stessa Patty e la coppia Curreri-Pezzoli degli Stadio». Componendo un podio ideale dei suoi Festival, cosa metterebbe “Rrouge”, 58 anni, in zona medaglie? «Qualitativamente parlando ‘Nessuno tocchi Caino’ e ‘Primavera a Sarajevo’ per i contenuti. Sono anche fiero, però, della vittoria nell’87 di ‘Si può dare di più’ quando il perfetto allineamento dei pianeti consegnò a me, Tozzi e Morandi il gradino più alto, con punte d’ascolto tv del 75 per cento, e la nostra casa discografia Cgd fu costretta a richiamare il personale in cassa integrazione per stampare il disco anche di notte». Nel ’93 Ruggeri replicò l’impresa con ‘Mistero’, che rimane a tutt’oggi l’unico pezzo rock ad aver vinto il Festival.

Pure ‘Il primo amore non si scorda mai’ ha una sua tensione.

«La reputo una canzone addirittura ‘metallica’ per il Festival. Mi divertiva l’idea prendere alle spalle i fans e i giornalisti con un pezzo che dal titolo sembra una zuccherosa ballata di rimembranza e invece è tutt’altro; una pezzo che ribadisce quanto noi siamo quel che ci è capitato, che la genetica conta, ma molto poco. Se uno cresce in un campo rom o a Buckingham Palace avrà una vita piuttosto che un’altra. Nel solo di tastiere c’è un piccolo omaggio agli Stranglers».

- Il brano fa parte di “Un viaggio incredibile”, doppio album con nove inediti e diverse rielaborazioni sul mercato la settimana prossima?

«Questo disco segue esattamente la falsariga del predecessore ‘Pezzi di vita’, con un cd di inediti e uno di cover; solo che quelle erano focalizzate sul periodo ‘80-‘85 mentre queste dall’86 al ’91. Gl’inediti raccontano storie. Da quella di una badante a D’Annunzio in volo su Vienna, al rugby».

Ci sono pure cover di “Life on Mars?”, “The Jean Genie”, “All the young dudes” e “Diamond dogs” in omaggio a David Bowie.

«Ho iniziato a confrontarmi con la sua musica già da ragazzino. Mi ha sempre affascinato, infatti, l’autonomia intellettuale, oltre che artistica, di Bowie; il suo anticipare i tempi ed essere camaleontico, non tanto per nascondersi quanto piuttosto per segnare la differenza dagli altri».

Per la serata-tributo alla canzone italiana ha scelto “‘A canzuncella” degli Alunni del Sole.

«L’avevo già incisa nell’89 con la Filarmonica di Mosca nell’album ‘Contatti’. Un disco che i russi usarono per testarsi, visto che l’anno successivo realizzarono qualcosa di simile con Paul McCartney. Insomma, usarono me come cavia per poi lavorare assieme a l’ex Beatle senza fare figuracce. Il pezzo degli Alunni del Sole è frutto di una Napoli in movimento, che non è più quella di Bruni, di Murolo o di Fierro, ma non è ancora quella di Pino Daniele e di Gragnaniello. Al Festival, da milanese trovo intrigante l’idea di cantare in napoletano dopo Rocco Hunt o Clementino. Tutto con un arrangiamento alla ‘In the army now’ degli Status Quo”.

Fra i progetti in cantiere, qual è il più impellente?

“Uno dei motivi per cui vado a Sanremo è che il Festival consente di concentrare in venti giorni la promozione di mesi e questo mi consente di andare avanti con la scrittura di un nuovo romanzo. Sono a due terzi della storia, che riprende un po’ quella del predecessore ‘La brutta estate’. All’interno di quel giallo c’è un personaggio di contorno, il Commissario Lombardo, uomo del Sud trapiantato a Milano da trent’anni, d’animo sornione ma integrato nella metropoli che corre, e la Mondadori ritiene che sia proprio il suo lui il personaggio su cui puntare”.

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