La Rai e la rivoluzione digitale: "Ecco il maestro Manzi 2.0"

Viale Mazzini si attrezza per 'alfabetizzare' gli italiani alla cultura digitale. Gubitosi: "Il 32% degli italiani è analfabeta digitale, negli anni 60 il 34% non aveva un titolo di studio: siamo nella stessa situazione, allora la Rai si rivolse al mestro Manzi"

Fabio Fazio ricorda la figura di Alberto Manzi (Ansa)

Fabio Fazio ricorda la figura di Alberto Manzi (Ansa)

Roma, 19 dicembre 2014 - Potremmo vedere nonno Libero che paga bollette on line, o Don Matteo che cerca qualcuno su Facebook, o Michele Mirabella che spiega come con l'ospedale si comunica on line. Inserimenti a sorpresa di cultura digitale, ma capillari e su tutti i palinsesti Rai, dai programmi di attualità, alle fiction.  Viale Mazzini si attrezza per 'alfabetizzare' gli italiani alla cultura digitale. Così come fece con il maestro Alberto Manzi fra il 1960 e il 1968, insegnando a leggere e a scrivere agli italiani e spiegando loro che 'Non è mai troppo tardi'. 

E' stato lo stesso direttore generale Luigi Gubitosi a spiegare come la Rai si ripropone oggi lo stesso ambizioso obiettivo ma aggiornato all'analfabetismo del momento che è quello digitale: "Il 32% dei cittadini italiani è analfabeta digitale, negli anni 60 il 34% non aveva un titolo di studio. Siamo nella stessa situazione, allora la Rai si rivolse a un maestro, Alberto Manzi, oggi lancia il progetto 'Alfabetizzazione digitale: Manzi 2.0'".

Ma, invece della lavagna su cui il famoso maestro scriveva con il gesso lettere e tabelline, la Rai del 2015 si servirà dei suoi professionisti, dei protagonisti delle sue serie tv più amate, dei suoi giornalisti, sviluppando un piano di comunicazione che potrà contare su un'offerta 24 ore al giorno per 365 giorni, non quindi "una trasmissione specifica di alfabetizzazione, ma una contaminazione dell'intera programmazione del servizio pubblico".

"Il 'Big data' cambia il nostro mondo - ha sottolineato Gubitosi - e l'Italia è parzialmente indietro. La Rai, da più di due anni, ha fatto partire un programma di digitalizzazione che coinvolge anche le sedi regionali. Ieri è arrivata la Sicilia, entro il 2016 la digitalizzazione sarà un fatto compiuto".  Non solo, l'azienda mette a disposizione "tutte le sue infrastrutture, come Rai Way, già disponibili per tutti". E, considerato che "ogni giorno il 77% degli italiani tocca un canale Rai", viale Mazzini potrà essere un importante volano di promozione dell'Agenda digitale italiana. Riccardo Luna, il 'Digital Champion' incaricato da Palazzo Chigi per promuovere, secondo le indicazioni dell'Unione europea, la cultura digitale nella società, sarà in prima linea per collaborare con il progetto Rai: "Il digitale non è un computer, una mail, un social network, è una rivoluzione culturale. Non c'è ripresa economica, non c'è Stato né scuola efficiente senza cultura digitale. Il digitale - ha concluso Luna - è un abilitatore strepitoso di innovazione". 

Una rivoluzione culturale che investe anche la pubblica amministrazione: "Siamo penultimi in Europa nell'usare Internet ma c'è anche un forte ritardo nella digitalizzazione dell'offerta", ha sottolineato il ministro Marianna Madia, presente all'iniziativa della Rai. Ha quindi ricordato la sua riforma che ha molto a che fare con l'alfabetizzazione digitale: "Noi stiamo rivoluzionando i servizi pubblici, le scuole, la previdenza, la sanità, che vanno 'concepiti' in modo digitale". Di più: "La digitalizzazione - ha sottolineato Madia - sono i diritti dei cittadini, è una questione di democrazia prima che di modernità".