Martedì 16 Aprile 2024

Dopo gli zombie arriva l'esorcista. Outcast: i demoni di Paul Azaceta

Dal fumetto alla serie tv che, nel 2016, si affiancherà a The Walking dead

La serie a fumetti horror Outcast, il disegnatore Paul Azaceta (di Andrea Bonzi)

La serie a fumetti horror Outcast, il disegnatore Paul Azaceta (di Andrea Bonzi)

Dagli zombi a demoni ed esorcisti. Dopo The Walking Dead, la serie tv Fox che sta coinvolgendo milioni di spettatori in tutto il mondo, il creatore Robert Kirkman vuol continuare a infestare gli incubi degli appassionati di horror con Outcast – Il Reietto. Prevista per il 2016 (ma il trailer ufficiale è già in rete da quest’estate, lo vedete qui http://www.foxtv.it/video/outcast-il-primo-trailer-ufficiale), la storia ha come protagonista Kyle Barnes, la cui infanzia è stata segnata dalle possessioni demoniache e da abusi. Stanco di fuggire dai suoi incubi, Kyle, con l’aiuto del reverendo Anderson, decide di affrontarli, aiutando altre persone a loro volta tormentate da demoni.  Ma le risposte che otterrà gli faranno scoprire che l’orrore è molto più radicato nella società di quel che potesse pensare.  Non aspettatevi demoni pacchiani o effetti splatter: l’atmosfera generale di Outcast, almeno a una prima occhiata, sembra più vicina a un film culto come l’Esorcista. Come per The Walking Dead, alle spalle della produzione televisiva c’è una serie a fumetti, in corso di pubblicazione negli States per l’etichetta Skybound dallo scorso giugno. Scritta dallo stesso Kirkman, è disegnata da Paul Azaceta, giovane e talentuoso disegnatore che si è fatto le ossa su serie Marvel come Punisher Noir e Spiderman, lavorando anche per Conan il barbaro e B.P.R.D. (entrambe Dark Horse). In queste settimane, Azaceta è stato a Bologna (al Popstore di via Saragozza 34) e Milano (spazio Wow), per il tour promozionale di Outcast, che in Italia è pubblicato dalla Saldapress. L’abbiamo incontrato nella sua tappa bolognese e gli abbiamo rivolto alcune domande. 

Salve, può spiegare al pubblico italiano di cosa parla Outcast? 

“Outcast è la storia di Kyle, il protagonista, la cui vita è stata segnata da possessioni, demoni e abusi, e di tutte le persone che gli ruotano attorno. Kyle è sempre scappato dai suoi problemi, ma, convinto dal reverendo Anderson, agisce per salvare un bambino dalla possessione e scopre che la minaccia va molto oltre i propri problemi personali”. 

Come sei stato coinvolto nel progetto? 

“Io conosco Kirkman da anni, siamo amici. Mi ha sottoposto questa storia, che è un progetto a  lungo termine, mi ha spiegato che si trattava di un horror e che era nelle mie corde. L’atmosfera e la trama mi sono subito piaciute tantissimo, e sono salito a bordo”. 

Stai lavorando anche alla serie tv o ti limiti al comic book?

“La serie Fox è  una cosa che coinvolge più Kirkman di me, perché lui ha alle spalle l’esperienza di The Walking Dead. Io penso che il mio contributo sia il fumetto: produttori e registi si sono rifatti molto alla storia originale, lo usano per definire le inquadrature e  l’aspetto complessivo dello show. Ogni dubbio che hanno lo risolvono andando a vedere il fumetto, non si sono limitati a prendere solo l’idea per poi svoltare in una direzione completamente diversa. Per questo, credo che il mio contributo alla serie sia il fumetto, appunto”.

Com’è lavorare con Kirkman?

“Ci conosciamo da molto ma non avevamo mai collaborato assieme. In realtà è molto semplice lavorare con lui e non ti senti mai un semplice esecutore del progetto, ti presenta le sue idee e poi ne discute con te. I personaggi mi piacciono moltissimo, così come lo sviluppo della storia mi fa venire voglia di vedere cosa succederà dopo. È esattamente il tipo di lavoro che volevo”. 

Dove hai preso ispirazione per le tue tavole di Outcast?

“Prima di iniziare Outcast  ho guardato un sacco di film horror. Ad esempio: “Il principe delle tenebre” di John Carpenter, naturalmente “L’Esorcista” di William Friedkin, che è un grandissimo regista, e anche le pellicole di Dario Argento. In particolare “Suspiria mi ha ispirato, l’uso dei colori è fantastico, mi ha fatto capire come sia possibile fare una storia cupa e horror usando, appunto, i colori”.

Leggendo Outcast si ha l’impressione che sia una trama più difficile da trasporre in una serie tv: non ci sono non morti, mostri o demoni particolari. E’ un orrore più psicologico.

“Sì, è  esattamente quello che volevamo dal fumetto, un horror psicologico. Del resto, per fare un buon prodotto non sono necessari sangue e mostri. Ho visto il cast: credo che Patrick Fugit, che interpreta il protagonista Kyle,  sia fantastico, così come tutto il gruppo è composto da attori straordinari, capaci di portare sullo schermo tutto il complesso delle emozioni. Mi sembra che stiano facendo un grandissimo lavoro”.

Hai progetti in futuro? 

“Attualmente sono concentrato su Outcast, non posso né voglio farmi distrarre da altro. Non appena sarà finito, mi piacerebbe scrivere qualcosa di mio. Ma per ora la mia unica  preoccupazione è fare di Outcast un grande fumetto”