Magritte: the Mistery of the Ordinary'. All'Istituto d'arte di Chicago fino al 13/10

La mostra di Chicago espone fino al 13 ottobre oltre 100 dipinti, disegni e oggetti di uno dei periodi più prolifici e interessanti dell'artista belga

La Trahison des images (Ceci n'est pas une pipe). 1929. Renè Magritte

La Trahison des images (Ceci n'est pas une pipe). 1929. Renè Magritte

CHICAGO, 1 SETTEMBRE 2014 - Se De Chirico è  il 're' della pittura metafisica, Magritte ne è stato il suo profeta più entusiasta e convinto. Si racconta che quando, agli inizi della sua carriera artistica, il giovane belga vide il dipinto  'Canto d'amore' dell'ormai affermato pittore italiano, ne fu così impressionato  da cominciare a piangere. Lo affascinarono l' enorme testa in gesso di Apollo, il guanto di gomma inchiodato ad una parete e la palla verde in primo piano. Per lui, artista-filosofo, era la riprova che un quadro deve essere pensato prima ancora di essere dipinto, così da far ascoltare a chi lo guarda quello che lui chiamava 'il silenzio del mondo'. Gli oggetti del quadro di De Chirico che oggi si trova al Moma di New York, ritorneranno a più riprese nell'opera di Magritte, in quelle sue deformazioni irreali che ne hanno fatto uno degli esponenti più importanti ed enigmatici del Surrealismo. Sono i segreti dell'universo ciò che lui, nei panni del 'sabotatore' tranquillo,  vuole esplorare portandoci in un mondo di misteri che generano inquietudine, rompono il rapporto familiare che ognuno di noi ha con la realtà e ci lasciano mille dubbi. 

Con 'Magritte:  the Mistery of the Ordinary'  l'Istituto d'arte di Chicago espone fino al 13 ottobre oltre 100 dipinti, disegni e oggetti di uno dei periodi più prolifici e interessanti dell'artista belga, quello che va dal 1926 al 1938. Insieme al Moma di New York e alla Menil collection di Houston, che la mostra hanno già presentato, gli Stati Uniti hanno così voluto tracciare la nascita dei temi e delle 'strategie' che Magritte  userà nella sua lunga e produttiva carriera e che hanno reso i suoi dipinti unici e indimenticabili. Come l'immagine da lui riprodotta di una pipa, con la scritta: 'Questa non è una pipa'. E' la sfida della realtà, il tradimento delle immagini, l'apparenza di ciò che sembra vero e che invece non lo è, l'equilibrio, sempre instabile, tra la natura e l'artificio. Tutti misteri o mostruosità  che ci svelano i sogni. "Mi alzo veramente tardi, ho bisogno di dormire moltissimo", scrive Magritte. "Quando apro gli occhi molti pensieri mi affollano la mente. Sono le cose che ho visto il giorno prima. Accade così che io mi ricordo delle cose che ho sognato di notte. Le ricordo sempre con una grande felicità: è come una vittoria per me quando riesco a riafferrare il mondo dei miei sogni".

La mostra di Chicago comincia a Bruxelles nel 1926, quando Magritte aveva già visto De Chirico e creava una serie di dipinti e collages che   lo inserirono subito nel 'Surrealismo', corrente artistica in cui lo stesso Magritte si riconobbe. Un importante gruppo di lavori eseguiti a Londra e a Bruxelles tra il 1937 e il 1938 chiude la grande esposizione. Siamo al confine con la seconda guerra mondiale. In una delle opere composte per l'eccentrico collezionista inglese Edward James, un cannone è puntato contro pareti in cui sono riprodotti alcuni suoi dipinti precedenti. "Sulla soglia della liberta' " e' il titolo. Le armi, purtroppo questa volta reali, erano pronte a distruggere i misteri del mondo.