Keith Jarrett, ecco le incisioni del compleanno

L'improvvisatore e l'interprete classico emergono nei due dischi Ecm usciti per i settant'anni del pianista

Il pianista Keith Jarrett

Il pianista Keith Jarrett

Monaco di Baviera, 5 luglio 2015 _  Un'ottima occasione di ascolto e di riflessione musicale. A due mesi dal suo settantesimo compleanno i due dischi di Keith Jarrett usciti per l'etichetta Ecm mostrano la doppia natura del musicista. Quella dell'improvvisatore puro insieme a quella del pianista classico rispettoso del testo, ma con una sua interpetazione ben definita. Il primo aspetto è evidenziato nell'album Creation. Si tratta di brani scelti dallo stesso Jarrett tratti dai suoi concerti solisti durante il 2014 in Giappone, Canada e in Europa (anche in Italia, precisamente all'Auditorium del Parco della Musica di Roma). Una selezione che quindi si estende su più serate in condizioni ambientali differenti. Un disco che alla fine dell'ascolto privilegia i momenti di cantabilità, anche nelle parti armoniche. Siamo lontani (e fortunatamente) dal concerto di Colonia che portò Jarrett a una fama che superò i confini del jazz segnando l'inizio del rapporto con il marchio discografico di Monaco di Baviera. Ma la vocazione alla creazione immediata è di grande fascino e viene colta nell'unicità del momento esecutivo. 

L'altro album rappresenta Keith Jarrett impegnato nei suoi recital di repertorio classico. Dopo le registrazioni di Bach, Mozart, Händel, dei Preludi e Fughe di Shostakovich e alla partecipazione alle composizioni Tabula Rasa e a Fratres di Arvo Pärt, ecco le incisioni dei Concerti per pianoforte di Barber e Bartók. Due lavori registrati rispettivamente a Saarbrücken nel 1984 (con l'orchestra diretta da Dennis Russell Davis) e a Tokyo nel 1985, e che rappresentano una significativa aggiunta alla discografia di interprete di musica sulla partitura. Due opere congeniali alla storia pianista grazie anche a certi sviluppi caratteristici del jazz. Samuel Barber, di cui è eseguita l'opera 38 del 1962, è forse il rappresentante del linguaggio più adatto all'estetica di Jarrett. Un concerto che mostra ritmo e gusto melodico e che appare come normale evoluzione dell'analoga composizione di Bela Bartók (numero 3, sz 19) dalle caratteristiche simili e più noto al grande pubblico.

Dopo l’esecuzione della pagine del compositore ungherese, Jarrett tornò sul palcoscenico per eseguire un brano improvvisato, intitolato Tokyo Encore: Nothing But A Dream e riprodotto in coda al programma del cd. Tanto per non dimenticare l'importanza delle creazioni immediate. Una caratteristica tipica del musicista esperto, quale Jarrett è sempre stato.

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