Dall’opera più costosa a quella più divertente, guida ad Artefiera

Due padiglioni in mano agli artisti, c’è anche uno struzzo fatto con le carte da gioco ARTEFIERA - IL NOSTRO SPECIALE

Ostrich player, uno struzzo fatto con le carte da gioco (foto Schicchi)

Ostrich player, uno struzzo fatto con le carte da gioco (foto Schicchi)

Bologna, 23 gennaio 2015 - DUE PADIGLIONI, il 25 e il 26, per un giro vorticoso nel mondo dell’arte moderna e contemporanea che in questa trentanovesima edizione di ArteFiera richiede al pubblico la massima attenzione, vista la quantità di proposte. Ecco una piccola guida in 10 mosse facili.

La più costosa. Amerete di più ‘Il Pittore Paesaggista’, un De Chirico degli anni Trenta, o ‘Concetto spaziale, Attese’ di Fontana del 1960? Lo capirete quando vi troverete davanti alle opere alla galleria Mazzoleni di Torino, entrambi costano comunque tre milioni di euro. Ma c’è anche ‘Sacco e rosso’ di Burri 1954. Prezzo no comment.

La prima venduta. Cinque minuti dopo mezzogiorno, ovvero dopo l’apertura per gli addetti ai lavori, alla galleria Glauco Cavaciuti Arte di Milano, veniva attaccato il primo bollino rosso sotto all’opera ‘Europa Coperta’ di Riccardo Gusmaroli, tecnica mista su coperta termica e velluto.

La più feticista. Gli scatti sociali e quelli che portano avanti una minuziosa ricerca sul paesaggio e sulla città con le sue forme, questo è Gabriele Basilico. Ma qui in fiera c’è un pannello con più scatti che abbinano una sedia a un fondoschiena femminile sul quale sono impressi i segni di un contatto con la superficie della sedia stessa. È ‘Contact’, 1984-2006 alla Mazzoleni.

La più leggendaria. Fidel Castro che gioca a basket fotografto da Alberto Korda in una stampa vintage fatta probabilmente proprio dall’artista. A Ca’ di Fra ve la portate via con 1500 euro.

La più grande. Quest’anno Arte Fiera celebra il centenario di Antonio Burri e porta a Bologna, in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini, Collezione Burri, una grande opera del Maestro, la più grande che si può vedere sui muri della fiera e che non è stati mai esposta (a parte qualche giorno in Triennale) proprio per le misure: ‘Cellotex CW1’ del 1981, acrilico e vinavil su cellotex 252x610 cm.

La più divertente. ‘Gabt’ di Richard Dupont (una grande faccia che sembra sciogliersi o sgonfiarsi) alla Eduardo Secci Contemporary è una scultura che nasce dalla scansione della faccia stessa del fotografo realizzata con la collaborazione con l’esercito americano.

La più pop. È di Nicola Bolla e s’intitola ‘Ostrich Player’: uno struzzo fatto con carte da gioco (un’ossessione dell’artista) infila la testa in un sacco pieno di cultura. Alla galleria Flora Bigai.

La più sexy. È una foto di Ralph Gibson alla Paci Contemporary: una donna, di cui si vede solo il fondoschiena, si accarezza con una piuma. E’ l’opera ‘Untitled (Leda)’, silver print del 1974

La più ‘italiana’. Una fotografia di Martin Parr fotoreporter della celebre agenzia Magnum, s’intitola ‘The Amalfi Coast, Sorrento’ e cattura attraverso le statuette del presepe che raffigurano Papa Francesco e papi precedenti, Beppe Grillo, Lucio Dalla, Andreotti, giocatori di varie squadre di calcio, una certa Italia

La più ossessiva. È di Alessandro Algardi ‘Senza titolo’, olio e acrilico su tela alla Glauco Cavaciuti Arte. Grande tela bianca con scritte ripetute che si annullano.