Mercoledì 24 Aprile 2024

Il giro del mondo in 40 brividi. Un atlante dei luoghi maledetti

Da Amityville al Triangolo delle Bermude, il pianeta che fa paura

Un'immagine del film 'Amityville Horror' del 1979

Un'immagine del film 'Amityville Horror' del 1979

Roma, 17 novembre 2014 - Se volete una vacanza rilassante, avete sbagliato indirizzo. Se invece siete in cerca di avventura perché amate il fascino dell’ignoto, meglio ancora un ignoto velato di diabolico, ecco il libro che fa per voi: 'Atlante dei luoghi maledetti' di Olivier Le Carrer (Bompiani), giornalista e scrittore con la passione della vela, che ha solcato i mari di tutto il mondo. Dopo tante opere sulla storia della cartografia e la navigazione, sempre in collaborazione con l’illustratrice Sibylle Le Carrer, Olivier intraprende un viaggio infernale nei posti più spaventosi del pianeta. E chi legge si lascia trasportare dalla prima all’ultima riga senza opporre resistenza, incuriosito ma anche spaventato, comunque sempre sul filo della tensione.

Del resto il confine fra un giallo della miglior tradizione e questa mappa dettagliata dell’orrore risulta quasi invisibile. Di diverso c’è che qui non serve scervellarsi per trovare l’assassino, anzi gli assassini, perchè è lo stesso autore ad indicarli. Alla base di tutto, la consapevolezza che la calamità di un luogo dipende in gran parte dall’immaginazione dell’uomo. Ma esistono anche ragioni storiche e filosofiche, così come cause naturali che rendono certe zone del pianeta invivibili o quasi. E diverse categorie in cui si possono suddividere.

La più gettonata è sicuramente quella legata a fenomeni soprannaturali, che si afferma di pari passo con il decadimento della religione e che mancando di verifiche si può giustificare a proprio piacimento, dando via libera alla fantasia. L’esempio più inquietante si trova al numero 112 di Ocean Avenue, Long Island, in tiro di schioppo dalle spiagge dell’Atlantico. Nel dicembre del 1975 la famiglia Lutz decise di acquistare un immobile apparentemente da favola, Amityville, salvo lasciarlo precipitosamente il successivo gennaio. Dopo aver condiviso l’ “antro del diavolo”, definizione non casuale, con rumori di passi, musica sinistra in cantina, nugoli di mosche, odori pestiferi, sfioramenti di esseri invisibili e altre amenità. Esistono poi luoghi infernali per colpa dell’uomo, persino nel paradiso delle Maldive dove l’isola di Thilafushi, trasformata in discarica per le tonnellate di rifiuti dei residenti e di milioni di turisti, è diventata la “laguna avvelenata”. O il percorso lungo la Messezentrum di Norimberga, dove si svolge la più grande fiera mondiale del giocattolo sotto il peso di passi lugubri che risuonano nella memoria, quelli delle truppe naziste che sfilavano lungo lo stesso percorso.

Non meno terrificanti i danni procurati dalla natura. Pipistrelli che seminano orrore e morte nel Parco Nazionale di Kasanka, nello Zambia, proprio come gli 'Uccelli' nel film di Hitchcock. O il dannato harmattan di Oumaradi, in Africa occidentale, che soffia tutto l’inverno devastando i villaggi e uccidendo per soffocamento ogni specie umana e vegetale. Quanto alla stagione migliore per partire, va benissimo qualunque momento dell’anno. Il problema casomai è tornare.