Grillini, test di fedeltà per le liste. "Basta candidati fai da te in Rete"

Il capogruppo a Bologna: in Emilia la nuova forma di selezione

FEDELI ALLA LINEA  Beppe Grillo col capogruppo bolognese Massimo Bugani (IguanaPress)

FEDELI ALLA LINEA Beppe Grillo col capogruppo bolognese Massimo Bugani (IguanaPress)

Bologna, 2 settembre 2015 - IL MOVIMENTO 5 stelle non improvvisa più. L’epoca delle liste aperte a tutti è finita. E lo è soprattutto per un motivo: il timore che qualcuno tradisca. Alle prossime amministrative i candidati dovranno aver dato dimostrazione di fedeltà verso Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, o almeno non dovranno entrare nelle liste grilline per poi uscirne dopo pochi mesi. Massimo Bugani, capogruppo dei pentastellati a Bologna e molto vicino a Grillo e Casaleggio, spiega come funzionerà il nuovo sistema di selezione, visto che il caso-pilota sarà proprio sotto le Due torri.

Massimo Bugani, lei guiderà la lista grillina a Bologna. È un cambiamento di pelle quello che sta subendo il Movimento?

"Più che un cambiamento di pelle è una crescita. Negli ultimi anni il Movimento ha raggruppato persone di grande valore, spessore e qualità sui vari argomenti".

E prima chi si candidava?

"Gruppi di persone che si trovavano in Rete e decidevano di fare lista per rabbia, disperazione e mancanza di alternative. Adesso ci sentiamo pronti per governare. Non vogliamo buttare via l’occasione".

Sono stati commessi errori, quindi?

"Più che un errore erano tempi diversi. Per quello che era il lavoro che dovevamo fare allora, quel sistema di selezione andava bene".

Che tipo di lavoro?

"Rompere il sistema, fare uscire notizie che non uscivano, fare capire che si poteva entrare in politica da cittadino comune, senza campagne milionarie".

Ora non vale più tutto questo?

"Bisogna essere onesti e guardare con oggettività la realtà: abbiamo perso circa il 20% degli eletti perché avevano altre mire o non volevano più fare parte del progetto – sospira –. Se ti candidi con l’obiettivo di vincere allora devi cercare di limitare questa disomogeneità".

Saranno liste di fedelissimi a Grillo e Casaleggio?

"No, non sono fedelissimi. Tutti sanno che io sono molto vicino a Grillo e a Casaleggio. Però ci sono gruppi che sono più distanti e che presenteranno il loro progetto. Grillo non mette bocca in niente, non sceglie persone. Non impone nessuno".

Espelle però.

"Ecco, questa attenzione maggiore servirà proprio ad evitare le espulsioni. Su 160 parlamentari, 40 hanno deciso di proseguire da soli. E noi l’abbiamo pagata sia politicamente sia mediaticamente".

Le regole dei due mandati massimi e degli incensurati rimarranno?

"Resta ferma la regola dei due mandati. E saranno tutti incensurati. Se qualcuno poi è rinviato a giudizio per peculato non si mette in lista. Ma non se è vittima di denunce strumentali, valutate tali dal Movimento stesso".

Così la Rete non deciderà più nulla.

"Non è vero. Faccio un esempio: se a Bologna ci fosse una Gabanelli che decide di fare una propria lista e si presenta alla Rete, allora non penso che Bugani passerebbe".

E così la lista vincitrice sarebbe ‘ufficializzata’ da Grillo?

"Certo. Il caso della Sardegna spiega bene i motivi che ci hanno portato a cambiare. Lì non è stata data la certificazione perché c’erano troppe richieste. E questo ha penalizzato tutto il movimento e i milioni di elettori che avrebbero voluto votarci. Questo non deve succedere".