La Grecia torna Grande nella culla del Rinascimento

Firenze mette in mostra 50 bronzi ellenistici arrivati da tutto il mondo

III sec a.C. - inizi sec I d.C.Fondo Rogers 1943, inv. 43.11.4*** Permission for usage must be provided in writing from Scala.

III sec a.C. - inizi sec I d.C.Fondo Rogers 1943, inv. 43.11.4*** Permission for usage must be provided in writing from Scala.

Firenze, 13 marzo 2015 - Sarà per gli occhi vivi di alcuni dei grandi bronzi, sarà per il guizzare di muscoli, l’ondeggiare statico di chiome ricciute, la bellezza e la forza emanata dalle sculture-totem tante volte viste sui libri di scuola (e sognate), che la singolare e unica esposizione allestita nelle sale di Palazzo Strozzi fino al 21 giugno colpisce nel segno. Ecco allora che il Rinascimento prende a braccetto l’arte ellenistica, e la Grecia riesce a cancellare l’immagine contemporanea di nazione in crisi per recuperare quella di grande civiltà, capace di estendere i propri confini alle isole del Mediterraneo occidentale e successivamente all’Africa settentrionale.

Apre domani “Potere e pathos”, mostra senza precedenti, dal titolo che unisce l’immagine eroica del potere di cui le statue erano diretta emanazione e il pathos, cioè la capacità che hanno di suscitare con la loro potenza drammatica un’intensa commozione estetica in chi le guarda. Curata da Jens Daehner e Kenneth Lapatin del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, concepita e realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington, la soprintendenza Archeologica della Toscana e il contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, la rassegna vede riuniti alcuni tra i maggiori capolavori del mondo antico provenienti dai più importanti musei internazionali: dal Prado al British Museum, dal Metropolitan di New York al Kunsthistorisches di Vienna e ancora Louvre, Getty Museum di Malibu...

Un viaggio attraverso 50 capolavori in bronzo in buona parte “riemersi” dalle acque per raccontare gli straordinari sviluppi artistici dell’età ellenistica, quando «in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, si affermarono nuove forme espressive che, insieme a un grande sviluppo delle tecniche, rappresentano la prima forma di globalizzazione di linguaggi artistici del mondo allora conosciuto», per dirla con le parole di Kenneth Lapatin. Una prima tappa, questa fiorentina, in quanto l’esposizione si sposterà al J. Paul Getty Museum di Los Angeles dal 28 luglio al 1 novembre 2015, per poi concludersi alla National Gallery of Art di Washington, dal 6 dicembre 2015 al 13 marzo 2016.

Se fisicamente ci troviamo a Palazzo Strozzi, nel cuore della Firenze medicea, con gli occhi e con l’anima veniamo catapultati nel pieno splendore dell’arte greca, fra il IV e il I secolo avanti Cristo. A dare il benvenuto ai visitatori nell’allestimento realizzato all’architetto Luigi Cupellini si para l’“Arringatore”; poco lontano la base marmorea di una statua fantasma, che però porta la firma di Lisippo ritrovata nel 1901 nell’antica Corinto.

È poi la volta di una suggestiva panoramica sui Ritratti del potere che propone le effigi dei personaggi influenti dell’epoca (la figura di Alessandro Magno a cavallo e la Testa-ritratto di Arsinoe III Philopator, quella di un diàdoco, appellativo riservato inizialmente ai generali di Alessandro, e di un probabile Generale. Splendidi l’“Eros dormiente”, la “Statuetta di un artigiani” e il “Giovane aristocratico”, prestiti del Metropolitan Museum, la “Minerva” di Arezzo, l’“Apollo di Piombino” del Louvre, lo spettacolare “Atleta con strigile” o “Apoxyomenos” ritrovato in pezzi e giunto a noi dopo un restauro durato quasi sette anni e arrivato dal Kunsthistorisches Museum di Vienna. «Un risultato straordinario - tesse già le lodi della rassegna fiorentina Carol Mattusch, esperta della George Mason University, sul Wall Street Journal di NY - . Soprattutto considerando che al mondo ci sono probabilmente meno di 200 sculture in bronzo, greche o romane».

COSTATA 1 milione e 800 mila euro («la metà di quella dedicata a Cézanne», sorride James Bradburne, direttore artistico, uscente con onore, della Fondazione Palazzo Strozzi) e coperta da un’assicurazione stellare, l’esposizione si completa con quella che apre venerdì prossimo al Museo Archeologico Nazionale di Firenze dal titolo “Piccoli grandi bronzi. Capolavori greci, etruschi e romani” a cura di Andrea Pessina, Mario Iozzo e Carlotta Cianferoni.