Borse, venerdì nero in Europa. Bruciati 181 miliardi, Milano -3,18%

Mercati in forte ribasso dopo l'exploit ottenuto ieri in scia alle dichiarazioni di Draghi. Giù anche Wall Street. Osservatori: "Il 17 settembre stretta della Fed sui tassi", la prima dal 2006

La Borsa di Wall Street (Afp)

La Borsa di Wall Street (Afp)

Milano, 4 settembre 2015  -  Borse europee in rosso dopo l'exploit di ieri. Milano maglia nera, l'Ftse Mib di Piazza Affari chiude a - 3,18% a 21.472 punti, vicino ai minimi di giornata. Limita i danni l'Italia Star, -1,06% a 23.770,91 punti. Male, invece, l'All Share Italia che termina a -2,97% (23.072,10 punti).  A pesare sui listini il dato sull'occupazione Usa in chiaroscuro (ai minimi dal 2008, ma sotto le previsioni) che acuisce le incertezze sulle mosse della Fed sui tassi. Rialzi sì, o rialzi no: ogni giorno filtrano rumors opposti. Fatto sta che l'indice Stoxx 600, che fotografa l'andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 2,37%, che equivale a 181 miliardi di euro bruciati nella seduta.

LE EUROPEE - Ribassi diffusi su tutti i listini del Vecchio Continente. A Londra l'FTSE 100 chiude a -2,44% a 6.042,92 punti. Pesante anche Francoforte, dove il Dax cede il 2,71% a 10.038,04 punti. Sulla stessa linea Parigi, con il Cac 40 giù del 2,81% a 4.523,08 punti. 

PIAZZA AFFARI - Milano viene trascinata al ribasso soprattutto dalle banche. Il segnale più preoccupante consiste nel fatto che il settore del credito ha ceduto in una seduta nella quale non si sono registrate tensioni sui titoli di Stato, con invece il Btp a dieci anni che sui mercati telematici segna un leggero calo dei rendimenti: Unicredit, che alla vigilia aveva comunque corso con un rialzo di oltre il 3%, ha chiuso in calo del 4,9%, Azimut e Mps del 4,8%, Intesa del 4,6%. Tra i 'minori' debole Finecobank, che ha accusato un ribasso finale di oltre il 6%. Negli altri comparti debole Fca (-2,9%), Enel (-2,5%) ed Eni, in perdita finale del 2,3% a un prezzo di 14,4 euro. In calo del 2,1% sia Mediaset sia Telecom, che non ha avuto particolari ripercussioni dalle ipotesi di stampa di conversione delle risparmio in ordinarie. Nel paniere a minore capitalizzazione, netta controtendenza per Cir (+6,2% a 0,86 euro) e per Cofide (+3,4% a quota 0,42) con gli operatori, anche dopo un report in questo senso di Banca Akros, che vedono sottovalutati i due titoli. 

BLOOMBERG ESALTA L'ITALIA - Nel venerdì nero di Piazza Affari, sono una boccata d'ossigeno le parole di Bloomberg. Dopo un decennio di debolezza per l'Italia "è giunto il momento di brillare", afferma l'agenzia in una analisi sulle performance del mercato azionario della Penisola, giudicate superiori a quelle del resto d'Europa. "Mentre in media le azioni europee hanno perso i tre quarti dei loro guadagni da inizio anno, l'indice Ftse-Mib resta in rialzo del 15 per cento".

L'EXPLOIT DI IERI - Ieri il numero uno della Banca centrale europea, Mario Draghi, aveva spinto i listini del Vecchio Continente annunciando una variazione della manovra di quantitative easing (elevata dal 25 al 33% la quota limite di acquisti di titoli pubblici e privati) e ribadendo che l'istituto è pronto a scendere ancora in campo per sostenere l'economia. L'Eurotower ha tuttavia dato una sforbiciata alle previsioni sul pil e ha rivisto al ribasso anche le stime sull'inflazione, mettendo in conto che nei prossimi mesi potrebbe anche diventare negativa.

PRESIDENTE FED RICHMOND: TEMPI MATURI PER ALZARE I TASSI - I tempi sono maturi perchè la Federal Reserve alzi i tassi di interesse. E' la tesi del presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker. Il direttivo della banca centrale Usa si riunirà il 16 e il 17 settembre per decidere se avviare o meno la stretta monetaria, una scelta che appariva scontata prima del crollo della borsa di Shanghai ma che appare ora incerta alla luce della volatilità dei mercati. "E' tempo di allineare la nostra politica monetaria con i significativi progressi raggiunti", ha affermato Lacker durante una conferenza, "il maggior argomento a favore del rialzo è nel rafforzamento della spesa dei consumatori, è improbabile che se oggi uscissero dei dati deboli sull'occupazione ciò possa alterare materialmete il quadro generale dell'occupazione o le prospettive della politica monetaria". Per il presidente della Fed di Richmond, dunque, "i miglioramenti nel mercato del lavoro attesi dalla Fed per alzare i tassi si sono materializzati", anche perchè "i recenti sviluppi in Cina sembrano avere un impatto diretto piuttosto limitato sui fondamentali dell'economia Usa". 

WALL STREET APRE IN CALO, ATTESA STRETTA DELLA FED - Dopo la diffusione di un rapporto sull'occupazione americana ad agosto, che lascia gli investitori nel limbo, visto che tra 13 giorni arriveranno le mosse della Federal Reserve in materia di tassi,  Wall Street apre in calo e chiude in rosso. In calo del 1,66% l'indice Dow Jones. Alla chiusura delle contrattazioni, l'indice principale del paniere newyorchese è sceso di 272 punti, a 16.102,38.

TOKYO AI MINIMI DA FEBBRAIO - Con le borse cinesi chiuse per festività occhi puntati su Tokyo che chiude in forte ribasso. L'indice Nikkei dei titoli guida, dopo aver aperto la seduta in rialzo, ha terminato la giornata in calo del 2,15% (-390,23 punti) a 17.792 punti, ai minimi da febbraio. Il più ampio indice Topix ha terminato la seduta in calo del 2,06% (-30,45 punti) a 1.444,53 punti. Attività intensa con 2,65 miliardi di azioni scambiate. La Borsa di Tokyo archivia una settimana caratterizzata ancora dalle preoccupazioni sul rallentamento dell'economia cinese: l'indice Nikkei, escludendo giovedi, ha inanellato una serie di sedute negative, con un calo complessivo del 7,02% (-1.300 punti), la più grande perdita settimanale da aprile 2014. Chiusura in leggero rialzo per la Borsa australiana. L'indice S&P/ASX 200 ha chiuso l'ultima seduta della settimana in leggera crescita dello 0,25% a 5.040,60 punti. 

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