Mercoledì 24 Aprile 2024

Brexit, Boris Johnson si tira fuori. "Non sostituirò Cameron"

Sorprese nelle candidature, cinque in tutto in lizza per diventare guida del partito conservatore

Boris Johnson (Afp)

Boris Johnson (Afp)

Londra, 30 giugno 2016 - Colpo di scena nello scenario post Brexit. L'ex sindaco di Londra Boris Johnson rinuncia a candidarsi alla poltrona di primo ministro, al posto del dimissionario David Cameron. Dopo la vittoria fronte del Leave nel referendum del 23 giugno, Johnson, sostenitore convinto dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, era in pole position nella campagna per la nuova leadership Tory e, quindi, del Governo nazionale. L'annuncio di oggi ha invece cambiato completamente la carte in tavola. "Non mi candido alla leadership dei Tory", ha spiegato l'esponente del partito conservatore nell'annuncio del suo ritiro. "Dopo essermi consultato con i miei colleghi e considerate le circostanze in Parlamento sono arrivato alla conclusione che il nuovo leader non posso essere io". 

Il ritiro di Johnson non è l'unica sorpresa. In corsa come guida dei tory e come premier ci saranno il ministro Interno britannico, Theresa May, la cui candidatura era scontata, e a sorpresa i colleghi della giustizia Michael Gove e dell'Energia Andrea Leadsom. Quest'ultima, deputata per il Sud Northamptonshire dal maggio 2010 e tra le principali sostenitrici del Leave, ha presentato la sua candidatura su Twitter pochi minuti dopo l'annuncio di Gove, esortando a guardare alle "opportunità" provenienti dall'uscita di Londra dal consesso europeo. 

In lizza per la poltrona di premier ora in tutto sono cinque: in pole position ci sarebbero Gove e May, poi Leadsom, l'ex ministro della Difesa, Liam Fox, e il collega al Lavoro, Stephen Crabb. Il nuovo premier britannico si conoscerà il 9 settembre quando 150mila membri del partito conservatore dovranno scegliere tra i due finalisti designati dai deputati Tory.