Mercoledì 24 Aprile 2024

Braccio di ferro sul bonus bebè. Sconto previsto per ogni figlio. Ecco chi lo riceverà

Renzi blinda il tetto a 90mila euro. L'ipotesi: "Versamento in un'unica rata"

Bonus bebè

Bonus bebè

Milano, 21 ottobre 2014 - Un braccio di ferro sul bonus bebè che, dopo una giornata di acceso confronto tra il ministero dell'Economia retto da Padoan e Palazzo Chigi e un extra lavoro da parte degli uffici legislativi ed economici in vista dell'invio della Legge di stabilità al Quirinale, si sarebbe risolto a favore di Renzi. Motivo del contendere il limite di reddito per beneficiare dell'assegno di 80 euro al mese per le neomamme che daranno alla luce un bambino dal 1° gennaio del prossimo anno. Renzi, domenica, nel salotto televisivo di Barbara D'Urso, aveva parlato di 90mila euro annui.

IERI POMERIGGIO, però, nella bozza della legge di Stabilità si leggeva una cifra molto diversa. Ovvero un limite di reddito, in base al valore dell'Isee, di 30mila euro. Una differenza non da poco che avrebbe ridotto notevolmente la platea dei beneficiari. Tenendo anche conto del fatto che l'Isee fotografa la realtà complessiva del reddito di una famiglia dove sono compresi anche i risparmi e le proprietà immobiliari. Così il perimetro del nuovo sostegno alla natalità a cui sarebbe stato dedicato il Fondo famiglia da 500 milioni di euro presso il ministero dell'Economia ma con la gestione affidata a quello del Lavoro, avrebbe ricalcato più o meno quello di chi guadagna 1500 euro al mese e rientra nella fascia destinataria degli 80 euro in più in busta paga. In serata però è stato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a mettere fine al giallo. Il ministero dell'Economia, ha spiegato la Lorenzin, mi ha confermato che il bonus sarà di 80 euro al mese per circa mille euro all'anno e per i redditi fino a 90mila euro.

Chi supera questa soglia lo riceverà dal terzo figlio. Gli altri anche per il primo e il secondo e per tre anni con l'intenzione, ha spiegato sempre il ministro della Salute, di portare la misura fino a cinque anni. Il bonus bebè, pensato per rilanciare la natalità in un Paese che nel 2013 ha toccato il minimo storico (solo 514mila nascite), stando sempre al testo di legge circolato nel pomeriggio, varrebbe per i nuovi nati (o adottati) anche più di uno per famiglia di cittadini italiani, comunitari ed extra comunitari residenti nel nostro Paese o con permesso di soggiorno. E verrebbe erogato in un'unica soluzione dall'Inps con un importo non inferiore ai 900 euro all'anno per tre anni. Quindi vicino ai mille euro del bonus bebè pensato nel 2003-2004 per i secondi figli e nel 2005-2006 anche per il primo dal governo Berlusconi con un limite di reddito allora di 50mila euro. I 500 milioni del Fondo però coprirebbero solo il 2015 perché nel 2016 la spesa si raddoppierebbe e nel 2017 arriverebbe a 1,5 miliardi per un totale di 3 miliardi in tre anni.

PER QUESTO Forza Italia parla di mancanza di coperture mentre il leader della Cgil Susanna Camusso avverte che il bonus non deve sostituire gli interventi sugli asili nido e sulla scuola per l'infanzia. E, attacca Rossana Dettori, segretaria generale della Fp-Cgil «con gli stessi 500 milioni si potrebbe fare molto di più: costruire e mettere in funzione 1000 asili nido in tre anni». Infine, se il governatore della Lombardia Roberto Maroni rivendica di essere stato il primo dieci anni fa come ministro del Welfare a lanciare il bonus bebè, il leader di Sel Nichi Vendola accusa Renzi di «propaganda televisiva» e ironizza sul fatto che la Serracchiani lo ha sospeso nel Friuli Venezia Giulia. La stessa cosa che ha fatto Chiamparino in Piemonte. Ma forse sapevano in anticipo che ci avrebbe pensato Renzi...