Bonus 80 euro, devono restituirlo 1,4 milioni di italiani

Conguaglio fiscale: lo Stato rivuole indietro in un'unica soluzione

Protesta dei lavoratori

Protesta dei lavoratori

Roma, 30 maggio 2016 - Beffati dal bonus. E costretti a restituirlo. È accaduto a 1,4 milioni di italiani che nel 2015 hanno ricevuto lo sconto Irpef da 80 euro in busta paga e, poi, sono stati costretti a rinunciarvi perché non ne avevano diritto. Un conto da oltre 750 milioni. Essenzialmente per due motivi: a fine anno si sono ritrovati un reddito superiore al limite di 26mila euro lordi, oppure ci sono stato errori nella compilazione della dichiarazione dei redditi sul modello 730 precompilato. Nel primo caso, rientra ad esempio chi era già vicino al limite e con gli straordinari lo ha sforato, o non ha comunicato altri redditi. Il credito viene, infatti, attribuito dal datore di lavoro in busta paga, esclusivamente sulla base del reddito da lui erogato. In sede di dichiarazione, invece, era necessario procedere al ricalcolo del credito spettante tenendo conto di tutti i redditi dichiarati: se il bonus spettante risultava maggiore di quello erogato era possibile far valere la quota non ancora erogata, e viceversa.

Fatto sta che la restituzione è toccata a parecchie persone, circa uno su otto di chi lo aveva ricevuto. Dalle dichiarazioni 2015 risulta, infatti, che hanno goduto del credito d’imposta in 11,3 milioni, per un ammontare totale di circa 6,1 miliardi di euro, in media 540 euro. Circa 798mila lavoratori lo hanno dovuto restituire integralmente in sede di dichiarazione, in quanto titolari di ulteriori redditi rispetto a quelli presi in considerazione dal datore di lavoro, mentre 651mila ne hanno dovuto restituire solo una parte. L’aspetto più antipatico della vicenda è che i contribuenti interessati, pur avendo percepito il bonus Renzi di 80 euro a rate durante l’anno precedente, devono restituire l’importo in un’unica soluzione. Ma questo, spiegano dall’entourage del premier, "è lo stesso meccanismo fiscale che si applica per tutte le deduzioni e detrazioni come quelle per figli a carico". Inoltre, sottolineano, "c’è anche chi pensava di non averlo in quanto incapiente sotto gli 8mila euro, e invece ha raggiunto i requisiti per riceverlo". Viceversa, sono rimasti beffati 341mila contribuenti risultati a fine anno incapienti, cioè troppo poveri per pagare le tasse: hanno dovuto restituire 55 milioni.

Il tema è stato oggetto anche di un paio di interrogazioni del vicepresidente della Camera, Simone Baldelli, l’ultima risale a marzo. "Vorrei che il governo rispondesse", attacca Baldelli definendo il dato "inquietante e misura del pressapochismo con il quale si muove Renzi". Al netto della polemica politica che, certamente, non mancherà, un consiglio pratico per il futuro: i contribuenti, che durante l’anno sono già in grado di prevedere un reddito superiore ai 26mila euro, e quindi di non avere più i requisiti per il bonus, lo possono comunicare al Fisco attraverso il sito web dell’Inps.

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