Venerdì 19 Aprile 2024

BOLT-GATLIN, LA RESA DEI CONTI

PRIMA di raccontare la Grande Sfida sui 100 metri tra Justin Gatlin e Usain Bolt, lasciatemi fare una confessione. Ho visto correre per la prima volta Mo Farah proprio a Pechino, dentro il Nido dell'Uccello, il mitico stadio della Olimpiade del 2008. Beh, quel somalo diventato cittadino britannico venne mestamente eliminato in una batteria dei 5000 metri. Fu facile concludere che non ero stato testimone della nascita di un mito. Questo per dire quanto sia facile sbagliare! Nel senso che Mo un mito lo è diventato sul serio e ieri ha aggiunto un altro tassello al mosaico della sua leggenda. Ha dominato alla grandissima i 10 mila metri iridati, dando sin dal via l'impressione di giocare in stile gatto a confronto con un esercito di topolini. Non che i keniani non ci abbiano provato: si sono messi in tre a dettare l'andatura, tirandosi dietro pure lo statunitense Rupp. Tutto inutile: quando è suonata la campana dell'ultimo giro, Farah ha impresso il sigillo dell'imperatore alla competizione. Una accelerazione brusca, un'altra, una terza: gli avversari si sono illusi fino alla curva finale, quindi hanno alzato bandiera bianca. Eccellente il tempo del vincitore: 27'0113. Per il trentaduenne ex somalo si tratta del sesto oro consecutivo, tra 5000 e 10000, sui palcoscenici di Olimpiade e Mondiali. Andrà a caccia del settimo trionfo appunto sui cinque chilometri: francamente non si vede chi possa batterlo. Se non le insinuazioni dei detrattori in servizio permanente effettivo: Mo ha un allenatore, un certo Salazar, molto molto chiacchierato. Lui si dichiara estraneo a pratiche proibite o ad abusi chimici. Conviene sperare sia sincero, perché vederlo correre trasmette una emozione. IL DUELLO. E adesso veniamo al momento più atteso del mondiale. La fracassante contesa tra Uomini Jet. Usain Bolt detiene lo scettro dei cento metri ormai da sette anni, da quella affascinante Olimpiade cinese. Ma mai come stavolta il regno è in pericolo. Ieri, nelle batterie, sono state confermate le sensazioni dell'estate. Justin Gatlin, il colosso americano, tornato sulle piste dopo una squalifica per doping lunga quattro anni, è in formissima. Ha dominato il suo turno, fermando i cronometri sul 983, rallentando di brutto in zona traguardo. Invece il giamaicano ha clamorosamente sbagliato partenza, uscendo dai blocchi alla maniera di un principiante. Poi ovviamente si è ripreso e ha staccato i concorrenti di giornata: 996 per lui, ordinaria amministrazione. Però, a pelle, nella finale di oggi pomeriggio Bolt avrà bisogno di un capolavoro: per ricacciare indietro Gatlin deve tornare a volare, cosa che non gli riesce più da un paio di stagioni. Staremo a vedere. Di sicuro il popolo cinese ha scelto di schierarsi con lui. Lo statunitense è stato fischiato, per Usain solo ovazioni. Al cuore non si comanda: ma i 100 metri, solo con il cuore, sorry, ma non si vincono.