Approvata dalla Camera dei Deputati la legge sulle aree protette, per rendere i Parchi protagonisti dello sviluppo del Paese coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e delle biodiversità con la buona economia. La conservazione dei territori naturali che ancora mantengono inalterate le matrici ecosistemiche rappresenta il principale obiettivo dell’istituzione di aree naturali protette. Il ddl ora torna al senato per l’ok definitivo. “E’ stato un lavoro impegnativo, approfondito e condiviso – spiega l’on. Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem – Come relatore ho partecipato a numerosi momenti di confronto sul territorio, incontrando tanti portatori di interesse, amministratori, cittadini e cercando di trasfondere nel testo proposte, opinioni e idee”. “Nasce una legge – commenta Borghi – che fa dei Parchi italiani uno strumento moderno, più agile e meno burocratico, aperto ai territori e non calato dall’alto, che superi la dicotomia del Novecento tra sviluppo e ambiente e che faccia della tutela dell’ambiente il perno del nuovo sviluppo sostenibile che nell’epoca del cambiamento climatico dobbiamo costruire”. I parchi nazionali comprendenti aree marine protette sono classificati come parchi nazionali con estensione a mare cui si applicano, per la parte marina, le disposizioni di legge relative alle aree marine protette. Si stabilisce che dal 1 gennaio 2018, le riserve statali che già ricadono o che vengano a ricadere all’interno di un parco nazionale o di un parco regionale, saranno affidate ai relativi enti gestori. All’Ispra viene assegnato il compito di supporto tecnico-scientifico, di monitoraggio, di controllo, di ricerca in materia di aree naturali protette, biodiversità e protezione dell’ambiente marino e costiero. Tra i punti qualificanti inseriti nel corso dell’esame in Commissione Ambiente alla Camera c’è l’istituzione di un Sistema nazionale delle aree naturali protette  costituito dai parchi nazionali e regionali, dalle riserve naturali, dalle aree marine e dalle aree naturali protette, e di un Piano nazionale triennale di sistema uno strumento di programmazione nazionale finanziato da 30 milioni per gli anni 2018-2020 e da cofinanziamenti regionali da destinare, almeno al 50%, ai parchi regionali e alle aree marine protette. Inoltre è stato chiarito che “nel territorio dei parchi e nelle aree contigue sono vietate le attività di prospezione, ricerca, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi”. La normativa attuale vieta l’estrazione di minerali, dunque con questo emendamento è stata chiarita definitivamente la disciplina relativa all’estrazione degli idrocarburi nelle aree protette, estendendola anche alle “aree contigue”, fatti salvi  i permessi estrattivi già concessi. Vengono istituiti i Parchi nazionali del Matese e di Portofino,  si delega il Governo ad adottare un decreto legislativo per l’istituzione di un unico Parco del Delta del Po, vengono ridenominate  le aree marine di reperimento di Capo d’Otranto e di Capo Spartivento. Viene previsto che l’istituzione di parchi e riserve marine nelle aree marine di reperimento debba avvenire sulla base delle indicazioni del programma triennale per le aree protette marine e si precisa che per il Parco nazionale dello Stelvio si provvede in conformità a quanto prevede l’intesa dell’11 febbraio 2015 sull’attribuzione di funzioni statali e relativi oneri finanziari. Viene inoltre modificata la collocazione delle sedi legale e amministrativa del Parco nazionale Gran Paradiso, attualmente situate, rispettivamente, a Torino ed Aosta, prevedendone il trasferimento in due distinti comuni del Parco: uno del versante piemontese (per la sede legale) ed uno del versante valdostano (ove sarà invece collocata la sede amministrativa). Infine un articolo inserito nel corso dell’esame in sede referente affida al Ministero dell’ambiente, d’intesa con la Conferenza delle regioni, il compito di provvedere alla promozione della Convenzione degli Appennini per la tutela e la valorizzazione della catena appenninica, alla individuazione delle modalità operative per le attività e gli interventi previsti dal progetto APE (Appennino Parco d’Europa), nonché per la sua valorizzazione in sede europea.  (fonte ufficio stampa Uncem).