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Viaggi e miraggi, tra F1 e IndyLeo Turrini - 13 aprile 2017

Viaggi e miraggi.

E’ giusto parlare tanto della svolta Usa di Alonso.

Mi è piaciuto sentirgli dire che, avesse avuto in mano una F1 competitiva, mai e poi mai avrebbe rinunciato a Montecarlo per la 500 Miglia di Indianapolis.

Mi è piaciuto perchè la favola della volpe e dell’uva, nel contesto attuale, non avrebbe strappato manco un sorriso.

Viaggi e miraggi.

Conosco benissimo le dune di Sakhir.

Vedere il circuito illuminato di notte, nel cuore del deserto, è uno spettacolo fantastico. Una delle cose per le quali valeva la pena essere lì.

Viaggi e miraggi.

La Ferrari ha portato tra le dune alcune soluzioni nuove. La Mercedes ha fatto altrettanto.

Trascurando per un attimo la Red Bull, si fa sempre più chiara una cosa: questo è un mondiale che, perdurando l’attuale equilibrio, si deciderà forse più in fabbrica che in pista, considerato il talento grande sia di Vettel che di Hamilton.

Ma naturalmente in tanti, per fortuna non qui, preferiscono blaterare d’altro.

Ah, il bello del Bar Sport!

Spazio sotto per chi volesse raccontare le prove libere del Bahrain.

Ps. Hamilton ha detto che a lui più della Indy garberebbe sperimentarsi in MotoGp. Non c’è niente da fare: sborone forever…