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La F1 che verrà, la F1 com’eraLeo Turrini - 7 novembre 2017

Naturalmente non posso sapere come si evolveranno le discussioni sul futuro della Formula Uno (una riunione è in programma anche oggi, se non ricordo male). Sono stato spesso testimone di controversie del genere, sin dai tempi delle liti fra il Vecchio di Maranello e i garagisti inglesi. Alla fine, una soluzione è stata sempre trovata. Nel presente, molti interlocutori sono “nuovi”, penso agli americani di Liberty Media o allo stesso Marchionne: questo crea un margine di incertezza.
Non conosco la F1 che verrà. Ho in mente la Formula Uno com’era. E a Interlagos, dove si corre domenica, non di rado ho compreso quanto sia il fattore umano a rendere speciale, se non indimenticabile, un Gran Premio.
Non scomoderò il 2007, quella domenica ormai appartiene alla leggenda. Ma che dire della prima vittoria di Senna davanti alla sua gente, in un contesto quasi mistico? O della impresa di Prost con la Rossa nel 1990, primo successo da ferrarista del Professore francese proprio a casa di Ayrton? O della rimonta di Vettel sotto l’acqua nel 2012? O della beffa atroce subita da Massa nel 2008? O dello spavento che si prese Schumi nel 2003, nella gara vinta a tavolino da Fisichella?
Interlagos ha il fascino di un romanzo con capitoli sempre sorprendenti. A voi, se vi va, il compito di scegliere la pagina che avete amato di più.