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Il mistero della Red Bull volanteLeo Turrini - 8 novembre 2017

Aspettando un Gran Premio del Brasile che non sarà come quello di dieci anni fa e nemmeno sarà come da ferrarista osavo immaginarlo una decina di anni fa, di sicuro una domanda sorge spontanea (e…spintanea, pensando alle affettuose sollecitazioni di alcuni amici).
In breve.
Ma com’è che da Monza in poi la Red Bull si è messa ad andare come un missile?
Ipotesi.
Renault, con l’ultima versione power unit, ha fatto un enorme balzo in avanti. La spettacolare partenza messicana di Verstappen in effetti si spiega solo con il motore, su un rettilineo da un chilometro, scattando da fermo, la differenza la fa la potenza, erogazione compresa.
Vero è che il Renault tende a sfasciarsi, ma se non si rompe…
Altra ipotesi. I Bibitari hanno astutamente fatto rientrare dalla finestra ciò che era stato buttato fuori porta, cioè una gestione delle sospensioni furbissima, al limite se non oltre il regolamento.
Ma se fosse così, come mai fin qui, che si sappia, alcun concorrente ha sollevato il caso, chiedendo chiarimenti agli ispettori tecnici della federazione internazionale?
Terza ipotesi. Adrian Newey è sempre un genio, ci ha messo un bel po’ di tempo eppure alla fine della fiera ha cavato dal cilindro il colpo a sorpresa, senza aggirare le norme. Se uno viene unanimemente reputato un Genio, con la maiuscola, un motivo deve pur esserci.
Sia come sia, io al Quizzone giocherei Verstappen vincente ad Interlagos.