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Ferrari Wec, sbagliando s’impara?Leo Turrini - 23 aprile 2024

Domenica guardavo il Wec sul circuito dedicato ad Enzo e Dino Ferrari. E temo di non essere stato l’unico a pensare, ammirando (si fa per dire) il suicidio strategico delle 499 , quanto segue: meno male che non è F1, se no si scatenerebbero furibondi processi popolari…

Ad ogni modo, ho chiesto al prode Emi Emi di indagare sul diffondersi del virus chiamato RB, che non sta per Red Bull (quella è la peste nera!) ma per Rueda e Binotto.

Sotto gli esiti dell’inchiesta.

EMI EMI SCRIPSIT

Proprio vero!
La vita sa essere un romanzo meraviglioso.
“Romanzo Inter”. La seconda stella (non credo a destra…cit) La festa, le libagioni, la storia.
Ah Leo, Leo! Tu da ferrarista interista di rito raikkoniano festeggi, chiedi a me di spiegarti le ragioni di una sconfitta domenicale nella 6 Ore imolese del Wec (tranquillo, il Curato come ben sai,officiava messa per le beghine cinesi…). Chi l’avrebbe mai detto. Il Wec assurto alle cronache del clog. In piccolo credo sia un evento anche questo. Anche se, molto. Molto in piccolo.
Beh, che dirti caro Nume. Come un eretico Peppone a cavallo del suo trattore russo in giro per Brescello alle sei di mattina (prima messa…mai dopo). C’è un’unica risposta possibile: hanno sbagliato. “Si sono sbagliati”. Come in un’amara omelia funebre da sopraggiunta quaresima.
Tutto qui?
Si, forse proprio tutto qui. Quando hai una macchina che è stata in testa 4 ore in maniera incontestabile e viene messa in ginocchio dalla pioggia. Chi vince festeggia, chi perde spiega, ciò che il tuo amico Velasco, da filosofo del volley insegna. E io dovrei quindi spiegare e spiegarti. Però vedi. Non ho l’ardire di entrare nelle viscere di un algoritmo per rimanerne intrappolato. Nuove realtà vecchie abitudini e l’idea che il fantasma di Rueda sia apparso in carne e ossa agli uomini di Coletta e Amato Ferrari. L’unica certezza che avevo è che la 499P con 34 Kg di zavorra in meno sarebbe stata un’altra macchina. Così è stato. E quindi? Quindi fa un male atroce vedere una gara buttata nel pattume.
Si Nume, a Imola hanno sbagliato. Ma non mi va di crocifiggere nessuno, salvo pensare che il motor sport in generale sia avviato verso un’epoca in cui gli ingegneri saranno sempre più protagonisti (nascosti) dei piloti. E in fondo una cosa te la posso umanamente dire. Dentro il racconto di questa Waterloo ferrarista ho apprezzato tantissimo un aspetto. Qua nessuno si è nascosto o sottratto.
Nessuna “Cavalleria della scusa”, del “dobbiamo capire” per migliorare.
Cosa spiegarti. Forse una cosa.
Che dietro la frase di Coletta “Il risultato non è quello atteso” c’è un mondo consapevole dei propri mezzi e del proprio valore e di uomini che un giorno, un Mondiale potrebbero anche vincerlo.
E francamente a ben guardare per l’attuale panorama in Rosso, certamente non è una cosa da poco.