custom logo
A Binotto non piace Justin TimberlakeLeo Turrini - 21 ottobre 2017

A Mattia Binotto non piace Justin Timberlake.
Ho così spiegato il motivo della assenza del dt della Rossa al GP di Austin, sapendo del concerto in pista dell’artista americano.
Scherzi a parte, le ho sentite anche io le voci su una possibile promozione di Binotto al posto di Iron Mauri Arrivabene.
Sul metodo (di diffusione di certe ipotesi) reputo opportuno considerare il timing delle indiscrezioni. Non appena la Ferrari va in difficoltà, dall’estero nascono illazioni di questo tipo. E’ un classico. Non sto dicendo che le voci siano farlocche: ma nel 1998 alcuni buontemponi annunciarono che Jean Todt era pronto per un incarico in Michelin…
Nel merito.
Io non sarei d’accordo. Arrivabene ha certo un grande difetto: sta sui coglioni ha un sacco di gente, non riesce a fare il ruffiano, ha un carattere impossibile. In compenso ama la Ferrari, sotto la sua guida la squadra è tornata a lottare per il titolo, non ce la farà adesso ma io tutto questo disastro non lo vedo. Inoltre penso che in un moderno team di F1 sia fondamentale l’armonia tra capo squadra e direttore tecnico. Todt non dava mai la colpa a Brawn se un pezzo si rompeva e viceversa. Tocca ai due interessati lavorare in sintonia. Hanno l’intelligenza per farlo.
Quanto a Marchionne, che poi alla fine è quello che decide, al suo posto investirei di più sul reparto corse. Qui sta la chiave di tutto.
Spazio sotto per chi volesse narrare la pole.
Ps. Comunque, a me Justin Timberlake non dispiace.