Il grottesco balletto delle immagini ha prodotto almeno tre verità sulla bomba carta dei derby di Torino. Il cerino è passato dalle mani dei tifosi juventini a quelli del Toro, per tornare ai bianconeri dopo gli ultimi faticosi accertamenti. Perfino il giudice sportivo, Tosel, ha dovuto sospendere il suo verdetto, in attesa che le indagini di Polizia offrano una risposta certa e definitiva.
Non è un bel segnale per il calcio e per le strutture di vigilanza che controllano gli stadi. E’ l’ulteriore conferma che i sistemi di filtro e di sicurezza presentano falle pericolose. Sulle gradinate arriva di tutto: non più il motorino lanciato dagli spalti di San Siro, ma striscioni, petardi e bombe carta sì.
Il vertice con il ministro degli Interni Alfano, sollecitato dal presidente federale Tavecchio, ripercorre antichi e logori copioni, ma va nella direzione giusta: lo stato deve garantire, con la collaborazione dei club, la sicurezza negli stadi e il mondo del pallone può fare molto per cambiare la degenerata cultura sportiva che oggi produce mostri.
MA PER OTTENERE effetti concreti in tempi brevi, servono norme più stringenti. La paraschedatura che si chiede a ogni spettatatore per entrare allo stadio (nome, cognome e data di nascita) dovrebbe già rendere facilissima l’identificazione di eventuali malintezionati. Se la bomba carta fosse esplosa in piazza San Pietro, ha sintetizzato Tavecchio, il colpevole sarebbe già in cella.
E in effetti il sistema di controllo degli stadi va rinforzato, moltiplicando le telecamere e affiancando agenti di polizia agli steward.
Ma è il capitolo sanzioni quello che può produrre effetti immediati. Se oltre al Daspo si applicasse una multa di migliaia di euro, l’effetto deterrente sarebbe certamente maggiore. E chi finisce al bando dagli stadi deve esserlo per davvero: non basta la firma in questura. Bisogna obbligarlo a soggiornare presso il posto di polizia durante l’intera durata della partita. Togliere l’ultrà violento dall’humus della curva è il solo modo per combattere la follia da stadio con qualche speranza di successo.