Cercherò di farla abbastanza breve.

Per ragioni professionali, mi capita di frequentare i palazzetti del volley un po’ meno rispetto al passato, ma ogni tanto ci torno ancora. E anche se siamo tutti più vecchi, qualcuno più grasso (io), magari anche un po’ nostalgici di tempi che certo non possono tornare solo perché li rimpiangiamo, di una cosa sono sicuro.

L’ambiente del volley è in media INFINITAMENTE più sano di quello di tanti sport professionistici di vertice, intendo quelli che devono garantire uno spettacolo e non solo un evento sportivo.

L’ambiente del volley è quello che alla final four di Coppa Italia di questo week end a Casalecchio invita, per esempio, la nazionale dializzati e trapiantati.

L’ambiente del volley è quello in cui, tanti anni fa, ho visto le tifoserie di due squadre che si stavano affrontando in campo, Modena e Panathinaikos, fare il trenino insieme sui gradini del PalaPanini.

Quello in cui tifosi di squadre oggi scomparse come Parma, Cuneo e Treviso, un tempo rivali fierissime di alcune che ancora esistono e vincono (Modena e Civitanova, per dirne due), a distanza di anni sono ancora in contatto e si sfottono volendosi bene, perché capiscono di parlare la stessa lingua. E tutti rimpiangono i tempi di striscioni ironici e mitici.

L’ambiente del volley viene invidiato da tutti gli altri sport di squadra, per educazione e civiltà, tranne forse il rugby.

Proprio fuori dall’Unipol Arena di Casalecchio, nel maggio del 2010, ho visto il parcheggio pieno di migliaia di tifosi rivali arrivare senza alcun problema di ordine pubblico, e ho visto i vincitori consolare gli sconfitti dopo il primo V-Day, la finale scudetto in gara unica. Nelle ultime due finali di coppa Italia bolognesi, al PalaDozza, non c’erano le forze dell’ordine a dividere le quattro tifoserie. Non ce n’era bisogno.

Ma dovevo farla breve, e mi fermo qui perché potrei descriverne cento, di episodi simili. E prima di scrivere l’ultima cosa, vorrei premettere che pur essendo modenese, io non ‘tifo’ per Modena: perché faccio un mestiere in cui credo si debba essere obiettivi, perché non ho il carattere del tifoso, e perché nel volley la mia squadra del cuore era l’Edilcuoghi Sassuolo, che non esiste più.

Quindi non è perché sono modenese, che la polemica montata dal presidente di Perugia Sirci in questi giorni, contro i tifosi di Modena, mi sembra semplicemente assurda. Spero che prima o poi se ne renda conto anche lui, il patron di Perugia. Secondo me l’ha già capito.