A Rimini multano (100 euro a testa, è successo l’altro giorno) chi mette i piedi sulle panchine. E’ iniziata l’estate delle ordinanze e dei divieti strambi. Ecco un mio commento

 

I DIECI comandamenti bastano e avanzano: c’è già scritto tutto lì. I vecchi saggi insegnano che quando in una famiglia si fissano troppe regole, forse c’è qualcosa che non va: ecco, in quest’Italia dove ordinanze e direttive si mischiano o sovrappongono a leggi e cavilli, c’è sicuramente qualcosa che non va.
E’ sbagliato mettere i piedi sulle panchine pubblice, ovvio: ma da qui ad aprire una crociata ci pare un po’ troppo. Così come ci pare folle l’entità della multa (5mila euro) per gli sporcaccioni che fanno la pipì in strada. Ma la cartina al tornasole del buonsenso che è andato in tilt (terzo ed ultimo esempio) arriva dalle ‘peripezie balistiche’ necessarie per mettere un pesciolino rosso nell’acquarietto di casa.
Siamo come l’Europa che è bravissima a misurare cozze o cetrioli e per il resto dorme. La morale: quando un’istituzione (Europa, Italia o Comune che sia) non sa organizzare l’Abc, si occupa di sciocchezze.
L’ottavo comandamento recita: non rubare. Da noi i ladri imperversano, ma state tranquilli: chi mette i piedi sulle panchine è spacciato.