SE “IL GIORNO” ha rappresentato una rottura rivoluzionaria nella grafica e nei contenuti, come scrisse l’autorevole “Times” nel 1956, gran merito è anche di quel piccolo-grande uomo romagnolo che rispondeva al nome di Leo Longanesi. Lui inventò i settimanali-rotocalco, lui portò il colore nel grigio panorama dei giornali del dopoguerra, quel colore e quella modernità che sono stati i punti-cardine del nostro quotidiano nato proprio 60 anni fa.

LEGGENDO, in queste settimane, libri e articoli che parlano di quel geniaccio di Bagnacavallo, mi è capitato di sottolineare queste righe riportate, anni fa, dalla “Stampa” di Torino: «Longanesi fu un inventore di giornali: “L’Italiano”, “Omnibus”, “Il Borghese” che criticando aspramente i mali congeniti d’Italia, avevano indicato una coscienza nazionale , ovvio presupposto d’unità. Senza i giornali di Longanesi probabilmente non avremmo avuto i settimanali “Il Mondo”, “L’Europeo”, “L’Espresso” e il quotidiano “Il Giorno”».

SOTTOSCRIVO in pieno queste parole: “Il Giorno”, in particolare, ha rappresentato una svolta nell’editoria italiana grazie anche alle illuminazioni di quel maestro nel mondo della carta stampata che è stato Longanesi. E oggi, a differenza di tutti gli altri giornali citati tranne due, continuiamo a essere i compagni di viaggio di tanti assidui lettori. Grazie a Longanesi e a tutti voi che, fedeli, continuate a leggerci.
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