SPERAVO tanto che il 25 Aprile, il giorno della Liberazione, potesse diventare davvero un anniversario condiviso da tutti e, in tal senso, si riuscisse definitivamente a voltare pagina sui troppi condizionamenti con cui è stato raccontato il periodo più oscuro della storia d’Italia: basti solo pensare alla Resistenza dove il contributo dei partigiani con le stellette è stato colpevolmente sottovalutato per troppo tempo.
Ma, a più di 70 anni da quei giorni, gli italiani continuano a vivere con la testa rivolta al passato perpetuando, così, antiche divisioni e strumentalizzazioni. Proprio lunedì ho partecipato in Romagna, al capanno Garibaldi, a una specie di happening organizzato dai vecchi repubblicani della zona: c’erano tanti amici che indossavano la divisa da garibaldini, tenevano alta la bandiera del Generale e concludevano la mattinata con l’immancabile barbecue a base di salsicce. Lo confesso: ho trascorso due ore davvero simpatiche.
Poi, nel pomeriggio, un lettore mi ha girato un invito in occasione del 28 aprile, l’anniversario della marcia su Roma. Nella mail, firmata da un movimento di estrema destra, c’è scritto testualmente: “Giovedì 28 Aprile, alle ore 18, presso la chiesa di San Michele (Alessandria), nell’anno del Giubileo della Misericordia, si terrà la Messa di suffragio per il Cav. Benito Mussolini e per tutti i caduti della Repubblica Sociale Italiana”. Mi chiedo: come possiamo liberarci dalle divisioni del nostro passato?
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