L’illusione dei francesi è durata un quarto. Giusto il tempo per dare al Team Usa di prendere le misure a Parker e compagni e poi è stato spettacolo allo stato puro. Niente a che vedere con la strisciata data dal ‘vero’ Dream Team alla Francia nel preolimpico a Montecarlo del 1992. Lo prometto, però, questa sarà l’ultima volta che paragono le due squadre.

Oggi la squadra a stelle e strisce, che a fine partita è andata tutta a salutare e abbracciare la First Lady Michelle Obama, come il marito, grande appassionata di basket, ha iniziato la strada verso l’oro più scontato di tutta la rassegna rifilando 27 punti alla Francia; anche se il 98-71 con cui si è chiusa la gara non rispecchia davvero il divario tra le due nazionali. Nonostante che la Francia fosse imbottita di giocatori Nba. Eppure questo non ha impedito alla squadra di Krzyzewski di dare lezione di basket e regalare comunque spettacolo. Insomma, si lotterà per l’argento, ma questo aspetto passa in secondo piano perchè quando dicei basket non puoi non pensare a uno squadrone come quello americano, più lungo e profondo rispetto a tutte le altre nazionali. Anche questa volta il breack è arrivato con le seconde linee – magari tutti i coach avessero una panchina così – aspetto che la dice lunga su quanto sia forte il Team Usa. ‘Coach K’ ha iniziato con i cinque canonici (Paul, Bryant, James, Durant, Chandler) e hanno stentato a prendere ritmo. Capita. Complice lo 0/7 al tiro la Francia è rimasta aggrappata al 22-21 di primo quarto. Appena Tony Parker ha tirato il fiato sono arrivate le triple in serie di Kobe, CP3 e LeBron che hanno spaccato la gara. Da lì in poi lo spettacolo si è acceso. Spazio anche al 19enne Anthony Davis, che con una schiacciata in alley-oop ed un incredibile rimbalzo preso in attacco ha fatto capire perchè è stata la prima scelta. Per gli amanti delle statistiche, il top scorer è stato Kevin Durant (22 punti e 9 rimbalzi), seguito da Kevin Love (14) e Kobe Bryant (10). Per LeBron James 9 punti e 8 assist, compresi un paio di passaggi ‘irreali’, a cui aggiunge anche 5 rimbalzi: The King dimostra ancora perè è ‘il prescelto’. Lo spettacolo, dunque, è solo all’inizio. Fatemi dire una cosa, però. Che brutto Carmelo Anthony con le mani in tasca durate The Star-Spangled Banner, l’inno americano. Le polemiche, negli Stati Uniti, sono scoppiate subito dopo l’inquadratura. Considerata l’anima patriottica di ogni americano, era scontato.