VEDI I VIDEO se d’amore si muore, siamo morti, noi , Edoardo Sanguineti al Premio Letterario Castelfiorentino 2003, con la “Ballata delle donne” letta dall’autore (da 6:40) , “a quella reginella ridarella” , “Tiparchetipi” letta da Edoardo Sanguineti , “se mi stacco da te, mi strappo tutto”

Firenze, 9 dicembre 2017 Ricordando che il 9 dicembre 1930 nasceva a Genova Edoardo Sanguineti.

Poeta e scrittore, saggista e intellettuale internazionalmente noto, Edoardo Sanguineti resta figura di spicco della letteratura italiana contemporanea. Storico esponente della neoavanguardia e del Gruppo 63, l’autore ha attraversato il secondo Novecento fornendo dapprima un’ampia e teoricamente sostenuta produzione in versi il cui linguaggio sperimentalistico, commisto e dissolto, registra la crisi dell’ideologia borghese (Laborintus, 1956, Triperuno, 1960, Wirrwarr, 1972). Il poeta si è poi progressivamente rivolto, con esiti originalissimi, a una più affabile e comunicativa poesia impostata su registri ironico-parodici, di genere colloquiale e diaristico ma aperta per questa via a ludici e lucidi paradossi (da Postkarten del 1978 al già compendiario Il gatto lupesco del 2002, a Mikrokosmos del 2006, alle conclusive Varie ed eventuali. Poesie 1995-2010).

Docente universitario, deputato parlamentare eletto nelle liste del PCI nel 1979, autore di opere narrative e per il teatro, traduttore, acuto critico militante e giornalista, Sanguineti ha collaborato nel corso degli anni con artisti (uno per tutti: Enrico Baj), musicisti (Luciano Berio, per il quale ha scritto libretti), registi teatrali e cinematografici (Luca Ronconi, Andrea Liberovici, Ennio De Dominicis).

Tra i suoi numerosi e spesso rilevanti contributi di tipo saggistico si ricordano gli studi dedicati a Dante e a Boccaccio, le indagini di Tra liberty e crepuscolarismo e Ideologia e linguaggio, il saggio monografico Guido Gozzano, l’antologia einuadiana del 1969 Poesia italiana del Novecento, Giornalino, Il chierico organico, Cultura e realtà.

Marco Marchi

se d’amore si muore, siamo morti, noi
se d’amore si muore, siamo morti, noi: siamo un romanzo d’appendice in atto: (anzi,
un romanzo nazionalepopolare, ma calibratamente camuffato da romanzetto rosa): (anzi,
siamo un romanzo osé): (un rosé): (anzi, una coppia di vegeti, di vegetanti vecchietti,
torchiati nel torpido torchio delle nozze d’argento): (a un passo, o un pelo, appena,
da un romanzo nero): (siamo un romanzo rosso, quasi): e noi facciamo, parliamoci chiaro,
pena piena, e pietà:
                                     comunico le coordinate necessarie: torno da Como, è il 26
settembre, sono le 21.37, ho chiesto il conto al ristorante, prenderò il rapido
delle 21.50, e ti ho capito: è tutto:
                                      perché, per te, per me, non è possibile
sopportarla più oltre, questa ambivalenza insolubile, nel vino della vita che viviamo:
questa vita, anzi: (la vita): (annacquata, innacquata): e se ti dico e se ti scrivo che
non sono altro che un contemporaneo, a capirmi, a capirci, se va bene, abbiamo, in tutto
e per tutto, il 25% dei nostri eredi naturali, allo stato attuale delle cose:
così, con tanti auguri, ti aggiungo, poi, che noi:
                                        se d’amore si vive, siamo vivi:
Edoardo Sanguineti
(da “Mikrokosmos”)