Selettiva, sostenibile, di prossimità. Senza mattanza. Integrata con le attività del territorio, motore di turismo e industria di trasformazione di eccellenza. La storia e il presente della Tonnara di Favignana sembra perfetta per il disegno di legge sulla ridefinizione dei criteri di assegnazione sulle quote pesca del Tonno rosso del Mediterraneo, con priorità alle Tonnare fisse e alla pesca accidentale. Al convegno del Dipartimento della Regione Siciliana, “Favignana. L’isola del Tonno. La cultura del mare: una risorsa per il turismo”, i giovani manager della Nino Castiglione, che con almeno 100 tonnellate di pescato vorrebbe produrre una linea premium, si candidano a gestire la quota, il sindaco Giuseppe Pagoto la integra nell’Area Marina Protetta. Giuseppe Sará ne certifica l’ecosostenibilità per l’aumento dei tonni che stanno riducendo il numero di alici, sarde e sgombri. Dario Cartabellotta, Michela Giuffrida e Antonello Cracolici firmano gli impegni politici, Carlo Ricci il possibile accesso ai fondi FARNET europei, Luca Bianchi del MiPAAF aperture e criticità del disegno di legge all’esame delle Camere. Il convegno e la testimonianza di Giuseppe Giangrasso, tonnaroto, che ci cunta e canta lo stabilimento, la batteria dei bollitori a vapore (legna), l’olio spagnolo e i fogli per le clatte che partivano da Genova. D’estate si lavorava il pescato della tonnara, d’inverno quello congelato. Il padiglione Torino, che sfidava con i suoi 800 operai gli stabilimenti Fiat. Come si ricavasse l’olio di pesce da testa e ossa, dalle ossa piccole seccate farina animale e concime. Le reti. Il vascello di levante e di ponente, le barche più piccole. A secco. Il canto del Rais e dei tonnaroti, il rito e la storia.