I pistacchi? “I miei. Del pistacchieto di famiglia a Bronte”. Sorride Marco Longhitano, gente di sala, una ragione in più per passare, se sei a Taormina, a La Capinera di Pietro D’Agostino dopo un giro al Kistè. Perché in un bel posto davanti al mare puoi provare una cucina di tecnica, territorio, colori e cuore. Come i coraggiosi contrasti nella zuppetta di datterino, crema di ricotta di bufala, ragusano, aromatizzati al basilico, briciole di grano Tuminia, origano, olive (Nocellara dell’Etna). E una polpa di riccio che esplode in bocca con sapidità, amarevolezza, uova di mare. La ventresca o surra scottata con pepe o cicorietta, petali di cipolla Giarratana, pere dell’Etna, salsa allo zafferano. I ravioli della foto con burrata e patate di Giarre, l’asparacogna, stracotto di vitellina modicana, fonduta di Piacentino Ennese, pinoli dei Nebrodi. Crema di peperoni rossi olio al basilico e Pistacchi di Bronte. Altra tappa nella Cantina Cusumano per il Patto Etneo tra cantine, cuochi, sommelier e produttori di pesce azzurro. Festa finale a Castiglione di Sicilia, nella Cantina Cottanera della famiglia Cambria: 110 ettari in continuità , una sessantina a vigneto (Nerello Mascalese, Carricante, Catarratto). Cucinano gli Chef con la Coppola, Coppola Simone Strano, Giuseppe Raciti, Giovanni Grasso e Giuseppe Torrisi, cose buone e degustazione sublime dopo il tour in cantina con Francesco Cambria. Grandi bianchi e rossi, spettacolare sapicità (sapidità acidità) del Metodo Classico Brut 2012 (100% Nerello Mascalese), la complessità dell’Etna Rosato Doc (100% Nerello Mascalese), l’evoluzione regale dell’Etna Rosso Doc Riserva 2011 Contrada Zottorinoto (100% Nerello Mascalese) con affinamento di 24 mesi in botte di rovere francese e successivamente altri 24 in bottiglia. Chapeau.