Nicole Minetti è una splendida persona, intelligente, preparata, seria, si è laureata con il massimo dei voti, 110 e lode, si è pagata gli studi lavorando, è di madrelingua inglese e svolge un importante e apprezzato lavoro con tutti gli ospiti internazionali della Regione”. A rileggere adesso, a tanti mesi di distanza, le dichiarazioni di Silvio Berlusconi sull’avvenente consigliera della Lombardia viene spontaneo sorridere. Già perché adesso l’ex pupilla, che sfoderava improbabili t-shirt con su scritto “senza sono ancora meglio”, si è improvvisamente trasformata nel male. Quello vero, quello assoluto, quello con la ‘M’ maiuscola, quello che potrebbe ostacolare il ritorno (e la vittoria) del Cavaliere alle prossime elezioni. In tanti nel Pdl (compreso il segretario Angelino Alfano) le chiedono di dimettersi e di lasciare lo scranno in Regione conquistato senza fatica. Ma, mentre si leva alto il coro di condanna dei politici, ecco che avviene il miracolo 2.0: il web si schiera al fianco di Nicole, la elegge a simbolo di resistenza alla Casta, la trasforma in una novella Giovanna d’Arco.

Su Facebook tra battute ironiche – tipo “Nel Pdl tutti vogliono la testa della Minetti. Strano, è il taglio meno pregiato” (cit. Spinoza) -, cresce anche l’indignazione per questa decisione. “Perché mai ora dovrebbe andarsene? – si chiedono i più -. Perché rinviata a giudizio nel processo Ruby-la-nipote-di-Mubarak? E allora che dire di tutti gli altri indagati del Pdl?”. E qui giù liste nere di proscrizione con nomi di deputati, senatori, coordinatori nazionali e chi più ne ha ne metta. Intanto su Twitter spopola #nicoleresisti, hashtag simile a quelli che di solito i fan lanciano per cantanti e attori costretti a combattere un brutto male o a sopportare un grande dolore. Insomma un tripudio di solidarietà e sostegno per una Minetti non certo priva di colpe, ma diventata capro espiatorio di una campagna elettorale di sepolcri imbiancati. La mia amica Contessa R. dice: “Durante la caccia alle streghe si sta con le streghe”, giusto – aggiungo io – visti i tanti danni che, in passato, hanno arrecato i falsi moralizzatori e gli epuratori.