L’ACCORDO è stato raggiunto: entro i primi di agosto la Conferenza Stato-Regioni darà disco verde al decreto del ministero dei Trasporti sulla sicurezza unica ferroviaria. Soldi e tempi, i due nodi sciolti nelle ultime ore. Un giro di telefonate tra il presidente della Conferenza, Stefano Bonaccini, e il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, ha suggellato l’intesa. Degli 1,8 miliardi che il governo destinerà all’ammodernamento ferroviario, un parte sarà destinata agli interventi necessari per adeguare gli standard di sicurezza delle linee regionali a quelli europei. La cifra non è ancora stata definita, ma la richiesta avanzata mesi fa (e bocciata) al Tesoro era di 500 milioni. Si resterà verosimilmente attorno a quella cifra. Il decreto in questione, che recepisce una direttiva europea, affida le ferrovie regionali al controllo dell’Ansf (Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria), obbligandole di fatto ad adeguarsi agli standard delle linee nazionali gestite da Rfi che, fra il 2005 e il 2015, ha adottato i più moderni sistemi elettronici, con il blocco automatico dei treni in caso di anomalie e l’abolizione degli ‘incriminati’ avvisi via telefono.

ARRIVATO sul tavolo della conferenza Stato-Regioni il 2 febbraio, è stato oggetto di una serie di riunioni tecniche tra metà febbraio e inizio aprile ma, poi, si è arenato su due questioni: i soldi per realizzare gli investimenti necessari e i tempi per adeguarsi al nuovo regime. Dal parere favorevole delle Regioni scatterebbero infatti sei mesi di tempo per il passaggio di competenze: «Abbiamo chiesto un periodo transitorio più lungo per adeguarci – spiega Bonaccini – perché saremmo usciti da un regime senza essere pronti per passare al nuovo, con il rischio di dover tenere fermi i treni. Vogliamo fare in fretta, ma anche bene». Sul fronte delle risorse, i governatori avevano chiesto al Tesoro 500 milioni aggiuntivi rispetto ai trasferimenti per il trasporto pubblico locale, ma si erano sentiti rispondere picche. Ora, con un parte degli 1,8 miliardi, ricavati dai Fondi europei per lo sviluppo e la coesione, si risolve l’intoppo senza dover stanziare ‘risorse fresche’. «In questo modo vogliamo essere vicini alle Regioni che fanno gli investimenti», sottolinea il ministro Delrio, spazzando via i venti polemici che avevano accompagnato il suo intervento alla Camera all’indomani del disastro ferroviario in Puglia: «Siamo uniti per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini». Tragedia che ha contribuito a spingere sull’acceleratore. «Abbiamo le condizioni per dare parere favorevole al decreto entro i primi di agosto», assicura Bonaccini. Da lì, partirà tutto l’iter per procedere con i bandi e gli investimenti. A occhio, ci vorranno uno o due anni. Inoltre, non tutte le linee rientreranno sotto l’ombrello del controllo unico: il decreto stabilisce, infatti, che debbano essere interoperabili con quelle nazionali ed europee. Escluse quelle isolate o le tratte storiche.
INTANTO, Palazzo Chigi ha dato l’ok al fondo da 10 milioni per le famiglie delle vittime, e chi ha riportato lesioni gravi o gravissime nell’incidente in Puglia. Come proposto dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, arriveranno attraverso un emendamento al decreto Enti locali: minimo 200 mila euro a testa, che dovrebbero diventare 300, e si aggiungeranno ai risarcimenti dovuti.