SÌ, va bene, se qualcuno vuol fare lo spiritoso si accomodi. Ma prenderebbe la classica cantonata. Eh sì, perché l’idea di Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli – segretari rispettivamente di Radicali Italiani e Radicali romani – di invitare Papa Francesco, con tanto di lettera formale, a iscriversi ai suddetti partiti non è una bizzarrìa o una provocazione. Marco Pannella, sino alla fine, sempre ricercò un confronto Oltretevere. Lui, il ‘capo’ dei ‘mangiapreti’, l’icona del più anticlericale dei partiti italiani, lo ha più volte affermato, forte e chiaro. Non a caso, ed è solo un esempio, nel 1979, non esitò a lottare, a braccetto con Papa Wojtyla, contro lo sterminio per la fame nel mondo. Così come improntò i suoi dialoghi con Francesco sempre a profonda stima e affetto.
Dunque, tessera a Francesco? Vedremo come il Pontefice risponderà. Ieri, la proposta è stata inviata da un luogo simbolo: Porta Pia, dove (quasi) si concluse il Risorgimento italiano. Era il XX settembre 1870 e i soldati italiani entravano in Roma, ponendo fine al potere temporale del Papa. Una manifestazione che si ripete da mezzo secolo: era infatti il 1967 quando lo stesso Pannella e il leggendario Ernesto Rossi lì manifestarono in quello che fu chiamato l’Anno Anticlericale. Ma perché questo tentativo di tesserare il Papa? Per le posizioni assunte sui migranti e per gli inviti di Francesco agli enti religiosi (mai raccolti, a dire il vero…) a pagare le imposte come tutti. Un cerchio che si chiude perfettamente, insomma. Ne siamo certi: anche l’ultra anticlericale e di fatto fondatore del Partito radicale, Giuseppe Garibaldi, avrebbe apprezzato…