E’ il 17 dicembre 2017. Meglio puntualizzare la data per capire, forse, che siamo già in ritardo. In ritardo per i regali di Natale? Per gli auguri ad amici e parenti? No, siamo già in ritardo per capire che tipo di campionato ci attende. La federazione europea, che pure non brilla per velocità, ha già stabilito quando e dove si disputerà la Coppa dei Campioni. Noi, in Italia, non sappiamo ancora quando comincerà la stagione e, ufficialmente, nemmeno il numero di squadre partecipanti. Il principio della federazione di allargare il numero delle squadre in lotta per il titolonon solo è giusto, ma è pure sacrosanto. Perché più squadre ci sono, più il nostro caro e amato baseball avrà la possibilità di farsi conoscere. Ma, a tutt’oggi, non sappiamo quante squadre saranno presenti nella prossima stagione. E non si tratta di un comunicato non mandato ai media (che ormai sono considerati meno di zero), ma nemmeno di non aver allertato le società che, almeno quelle, sono sicure di giocare nel 2018 perché hanno già comunicato la loro intenzione di partecipare. I termine di iscrizione sono scaduti: quante saranno le società che prenderanno parte alla Ibl (se ancora si chiamerà così?). Otto come nel 2017? Dodici come vorrebbe la federazione? Dieci come sostengono le classiche voci di corridoio? Occorre chiarezza, al più presto. Perché tergiversare o attendere ancora (che cosa, poi? I termini sono stati posticipati?) dà l’idea di un qualcosa di improvvisato. Un po’ come la recente Coppa Italia vinta poi dall’UnipolSai. A una settimana dal trofeo, non si sapeva ancora la location. Per crescere, bisogna non solo avere idee. Ma cominciare ad attivarle al più presto. L’apertura “indiscriminata” ai comunitati (provocazione, è chiaro) è una scelta che pagheremo negli anni a venire, con una Nazionale sempre più debole. Per informazioni rivolgersi al calcio (escluso per la prima volta dalle finali di Coppa del Mondo dal lontano 1958: le squadre italiane imbottite di stranieri saranno una causa o una conseguenza?) o anche alla pallacanestro, due discipline dove la parola straniero e comunitario piace assai. Perché si dice che in questo modo si risparmi. Ma un calcio che non va ai Mondiali o una pallacanestro che non si qualifica per le Olimpiadi (ultima nostra partecipazione ad Atene 2004) non sono un danno di immagine di valore incalcolabile? Ma la scelta del comunitario ha preso piede anche nel baseball. Rispettiamola. Però, per favore, diteci quante squadre prenderanno parte al prossimo campionato. Siamo già in ritardo. Presto, che è tardi…