video_grab_ankara_3469201bUna cosa è certa, il massacro di Ankara risponde a quella che si sarebbe chiamata strategia della tensione. Una strategia che punta a provocare la comunità curda e spingere il Pkk a riprendere le operazioni terroristiche contro lo stato turco in modo a suscitare nella popolazione turca una reazione contraria ai curdi, e quindi a spingere una parte di elettori turchi lontano dal partito moderato curdo Hdp che con la sua affermazione alle elezioni politiche dello scorso 7 giugno  _ 13,1%, oltre l’altissima soglia di sbarramento del 10%  e 80 deputati _ ha fatto in modo che l’AKP del presidente Erdogan non riuscisse ad avere la maggioranza assoluta e dovesse fermarsi al 40,9%. Se questa è la strategia, per cercare i mandanti e gli esecutori la logica dice che occorre cercare tra le pieghe dello stato Turco _ in particolare il servizio segreto turco, Millî İstihbarat Teşkilatı, che con il suo supporto logistico tanto ha contribuito alla crescita di Daesh/Isil _ e le forze jihadiste che collaborano con esso. In particolare occorre guardare a chi, come Erdogan e il suo partito Akp, ha interesse a colpire e criminalizzare i curdi turchi.

Per gli esecutori  la risposta è una sola: Dokumacilar (i tessitori). Dokumacilar è una cellula fondamentalista forte di 60-70 unità quasi tutte della zona di Adiyaman, che costituisce una proiezione turca di Daesh ed è particolarmente concentrata nel colpite i curdi siriani del Ypg. Dokumacilar ha effettuato l’attentato terroristico del 5 giugno 2015 da Dyarbakir. Anche quella era una manifestazione curda,  un comizio di Selahattin Demirtas, leader dell’Hdp. I quel caso i morti furono 4 e cento i feriti. E sempre Dokumacilar ha effetuato, sempre con un attentato suicida, il massacro di Suruc, del 20 luglio 2015, costato la vita a 33 giovani curdi, mentre 104 sono rimasti feriti. Ancora non vi sono prove a sostegno, ma tutto lascia ritenere che, per comunanza di interessi strategici e per modalità di attacco,  Dokumacilar sia responsabile anche di questa strage.

Per i mandanti, sarebbe troppo facile dire: lo stato turco, Mit, financo Erdogan. Il loro interesse nel colpire i curdi e nello spingerli verso una reazione violenta (saggiamente esclusa ieri dal Pkk) è chiaro, ma per affermare un simile abominio servono prove che ancora non non ci sono. Hanno avuto una chiara responsabilità politica nello stabilire legami tossici con Daesh e i suoi epigoni, per ora, è il massimo che si può dire. Ma è già molto. Le relazioni pericolose producono mostri.