gennaio-ottobre2015

 

Con ogni probabilità il 2015 sarà l’anno più caldo dal 1880, superando il 2014, e farà varcare la soglia simbolica di 1 grado Celsius di riscaldamento rispetto all’epoca preindustriale. E il quinquennio 2011-2015 sia avvia ad essere con virtuale certezza il quinquennio più caldo mai misurato. A dirlo è il WMO, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale. I dati Wmo confermano ufficialmente quanto già affermato dall’agenzia governativa americana Noaa. A cinque giorni dall’apertura della ventunesima conferenza delle parti (COP) della convezione delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, l’attesa conferenza di Parigi, gli scienziati tornano a mettere sul piatto le evidenze di cambiamento climatico già ampiamente in atto.

Una stima preliminare basata sui dati da gennaio a ottobre mostra che la temperatura globale è stata di 0.73° C superiore alla media del 1961-1990 il 14.0°C e approssimativamente di 1° superiore a quella dell’epoca pre industriale (media 1880-1899). “La tendenza in atto _ scrive il Wmo _ indica che con ogni probabilità il 2915 sarà l’anno più caldo mai registrato. Anche la temperatura globale dei mari probabilmente eguaglerà o sorpasserà quella del 2014, che sinora era la più alta. La temperatura sulle aree emerse invece probabilmente non sarà la più alta, ma una una delle più alte”.

A contribuire in maniera determimante a questo riscaldamento aggiuntivo a quello naturale sono due fattori. In primis le emissioni antropogeniche (cioè causate dall’uomo) determinate in gran parte (91%) dal consumo di combustibili fossili e poi il fenomeno meteo del “Nino”, un ricorrente ed eccezionale riscaldamento delle acque del Pacifico, che quest’anno ha avuto il suo massimo ma continuerà ad mostrare i suoi effetti anche nella prima metà del 2016. Ad ottobre la Noaa ha dichiarato che l’intensità del “Nino” era così forte che ha determinato in molti oceani il fenomenodello  sbiancamento _ cioè della morte morte _ dei coralli. Lo sbiancamento è iniziato nel nord Pacifico nell’estate del 2014 e poi è proseguito nel Sud Pacifico e quindi nell’Oceano Indiano nel 2015.

 Temperature significativamente più calde delle medie si sono registrate nella maggior parte delle aree emerse, specialmente nella parte occidentale del Nordamerica, in larga parte del Sudamerica, in Africa e nella parte meridionale ed orientale dell’Eurasia, con temperature molto alte in Siberia. La Cina ha avuto il più cado perido gennaio-ottobre mai registrato e l’Africa il secondo. Una area significativamente più  fredda è stata invece l’Antartide. Inferiore alle medie anche la temperatura dell’est _ specialmente del nordest – del continente nordamericano.

L’attribuzione del riscaldamento climatico alle emissioni antropogeniche è stata ampiamente documentata dall’Ipcc _ il panel di esperti incaricato dalle Nazioni Unite di investigare sul cambiamento climatico e i cui rapporti sono stati approvati da tutti i paesi _ che nel suo quinto “assessment report”, sintetizzato nel rapporto di sintesi per i politici pubblicato nel 2014, toglie ogni alibi all’inazione. E infatti, osserva il Wmo, nel 2014 il tasso di Co2 in atmosfera ha raggiunto il livello senza precedenti di 397.7 PPM, pari ad un tasso di crescita di 1.9 ppm, vicino alla media degli ultimi dieci anni e superiore a quella degli anni ’90. In altre parole, gli stati hanno parlato molto di ridure le emissioni ma sinora, Europa esclusa, hanno concluso poco e spesso hanno anzi aumentato le loro emissioni. Da notare che nella primavera del 2015 la media a tre mesi della Co2 nell’emisfero settentrionale ha superato per la prima volta in tempi storici la soglia di 400 ppm: una soglia altamente simbolica. Nel 1990 _ anno base per le negoziazioni climatiche _ era 350. Per chi suona la campana? La campana suona per noi.