Caro De Carlo,
ho letto e apprezzato il suo commento sull’uccisione dell’ambasciatore americano in Libia. E come lei sono rimasto sbalordito dall’ipocrisia del presidente Obama che sembra quasi giustificare le reazioni del mondo arabo al film di quel cretinetto della California.
Parole sante ma al vento. I politically correct non la capiranno mai. E poi in Iran, ai tempi di Carter, almeno non avevano ammazzato nessuno.
Quando dicevo che Obama è come Carter, tutti mi dicevano: sii serio. Avevano ragione loro: è diverso, è molto peggio.
Perchè Obama non va al Cairo adesso e ripete la predica che aveva fatto all’inizio della sua presidenza, quando tutti l’avevano osannato come il messia della pace e della covivenza fra diversi?
Ma va la’…
Dario Zucchi, Milano

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Caro De Carlo,
prima di criticare così questa straordinaria primavera araba dovrebbe darle un po’ più di tempo.
Dovrebbe aspettare che il vento di democrazia che sta soffiando in tutti i Paesi arabi con l’aiuto degli Stati Uniti ed il suo paladino, il Don Chisciotte negro, si consolidi e vedrà che non sarà un autunno come lei erroneamente prevede ma un inverno scuro e profondo che porterà questi Paesi cento anni indietro.
Si figuri che io, nato a Tripoli, e che per tutta la mia vita ho odiato Gheddafi, che ci ha tolto tutto, comincio a pensare che forse non era cosi cattivo.
Come vede, tutto è relativo.
Comunque oggi la Clinton ha detto giustamente che l’Egitto ha 83 milioni di abitanti e solamente poche migliaia hanno partecipato al assalto del ambasciata.
Quello che non ha detto e che 82.999.995 egiziani sono profondamente addolorati, in lutto e pronti a chiedere scusa al mondo.

Giuseppe Naim, Milano

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Caro De Carlo,
le dico solo questo: Gheddafi iniziava a piacermi ! In fondo meglio lui di quel farabutto di Assad ! Inoltre di qui si vede la poca personalità di Obama . Non doveva mai seguire Sarkozy .
Persino Berlusconi era contrario !
Paola Ravano, Genova

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Già Berlusconi era contrario, almeno inizialmente. Poi si è lasciato convincere dal Presidente della Repubblica. Peccato. Voglio ricordare che fra gli interventisti non c’era solo la sinistra entusiasta per una rivoluzione che avrebbe dovuto portare la democrazia e invece ha finito per aprire le porte alle forze integraliste emarginando l’Islam moderato ocomunque laico.
C’erano anche alcuni ministri del governo Berlusconi. In testa a tutti l’allora titolare della Farnesina Frattini.
Gli uni e gli altri incapaci di capire che i principi chiave della nostra democrazia, in primo luogo la tolleranza e la libertà di espressione, non potranno mai nascere e prosperare nel Medio Oriente arabo.

C’è una incompatibilità genetica fra il fondamentalismo musulmano e la sua sharia, da una parte, e la filosofia illuministica, dall’altra, filosofia di cui si nutrono le nostre democrazie e che da tre secoli sancisce la separazione fra Stato e Chiesa.
Quanto a Obama, non dimentichiamo che ha fatto fuori il suo quasi omonimo Osama, ma anche che è stato lui a favorire la caduta di Mubarak, Ben Ali e Gheddafi. Con i risultati che sappiamo.

Sotto Obama la leadership americana in Medio Oriente si è indebolita al punto che Israele è più isolato che mai.
L’altro giorno Netanyahu ha ammonito la Casa Bianca: non staremo a lungo con le mani in mano e non assisteremo passivamente a un Iran che si sta costruendo la bomba destinata a cadere sulla nostre teste, prima o poi con o senza il consenso americano saremo costretti a difenderci. Vale a dire, Israele invierà i bombardieri sui siti nucleari iraniani. E allora saranno guai per tutti, in particolare per l’Europa.