Un calcio senza barriere. Sì, si può. Anzi, si deve. Subito. Sarà uno choc. Positivo. Via muri e muretti, recinzioni e restrizioni. Niente più gabbie e ingabbiati. Reclusi e tentativi di “evasione”. Laddove si costruisce un muro, si semina la voglia di scavalcarlo, che genera trasgressione, violenza. Laddove il muro non c’è, invece, si aprono gli orizzonti. Si dà aria al cervello e lo si lascia respirare. Le idee non si annebbiano. Per fortuna, il calcio italiano inizia a comprenderlo e – troppo lentamente però – sta portando avanti alcuni casi pioneristici e un progetto più complessivo, per eliminare le barriere da tutti gli impianti nostrani.

La convinzione che possa funzionare mi arriva non solo e non tanto dai campionati esteri dove ciò è già routine da anni, oppure dai primi casi made in Italy. La convinzione mi arriva, ancora una volta, dal calcio dei bambini. Che poi è l’humus culturale e sociale dove cresce e crescerà in futuro il calcio dei “grandi”. E vi spiego il perchè di questa mia convinzione.

Tutto parte da un esperimento che ho portato avanti personalmente negli ultimi anni, organizzando tornei di calcio giovanile innovativi, diversi, che cercano – nel loro piccolo – di correggere tutti i difetti, i mali, di questo microcosmo: la pressione indecente e ingiustificata sui bambini e i ragazzi da parte dei genitori; le eccessive pretese e i metodi sbagliati di tanti allenatori (non adeguatamente formati); le linee guida folli di certe società dilettantistiche con selezioni spietate fin dai bambini e ossessiva ricerca del risultato; le impostazioni sbagliate della Figc che spingono i piccoli a giocare forzatamente come i grandi e non “a misura di bambino”.

L’esperimento, relativo al discorso delle barriere, è semplice e – se vogliamo – rivoluzionario. Riguarda il rapporto genitori – bambini. Una volta sentii affermare a un noto maestro di calcio argentino, Sergio Soldano, che “le squadre migliori da allenare sarebbero fatte da orfani”. Una provocazione, per sostenere che mamme e papà che investono speranze, sogni (e a volte anche soldi, pagando o sponsorizzando le società) per realizzare il proprio desiderio di far arrivare il figlio al calcio che conta, sono solo un male. Da estirpare. Da allontanare.

Io non la penso così. Anzi, penso l’opposto. Penso “senza barriere”. I genitori non vanno allontanati dai campi, non vanno tenuti fuori dalle recinzioni. Io li porto dentro il campo, accanto ai loro bambini. A un passo dalla linea laterale, magari sdraiati sull’erba, se è una bella giornata di sole. Ma cerco anche di educarli, con un preciso regolamento da seguire: semplice, chiaro, efficace. Ve lo assicuro, efficace. Mettetelo nero su bianco su qualche cartello e su dei vademecum che consegnate loro: sei qui a bordo campo per seguire da vicino lo spettacolo, il gioco, i sorrisi dei bambini. Non sprecare questa opportunità, caro genitore.

Non dare input ai bambini: tira! Corri! Fai fallo! Non è il tuo compito, crei solo tensione e stress. Assilli.

Fai solo il tifo pro e mai contro. Applaudi anche un avversario, se fa un bel gesto o un bel gol: è una grande lezioni di civiltà. Poche regole, pochi accorgimenti che servono a creare un clima diverso, di gioia, di festa. Chiunque vinca, vince lo sport. Vi assicuro che si crea un ambiente fantastico e ne beneficiano tutti, i bambini in primis, che possono esprimere in piena libertà il loro talento, la loro creatività, senza paura di rischiare, di sbagliare.
Una volta, a un torneo a Monza, quando avvertimmo i genitori, provenienti da tutta Europa e già assiepati sulle tribune dietro le recinzioni, che potevano assistere alle mini partite a bordo campo, quasi stentavano a crederci. Erano titubanti. Ma dicono davvero? Abbiamo capito bene? Si, avevano capito bene. Basta un po’ di coraggio. Un po’ di volontà e un altro calcio è possibile. Senza barriere.

Sotto un esempio dei nostri “manifesti” per un calcio senza barriere.

Aspetto vostre considerazioni.
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Gentile papà, mamma, parente o amico……

Ti chiediamo di collaborare perchè questo TORNEO-FESTIVAL unico nel

suo genere possa riuscire sotto tutti i punti di vista, anche quello educativo

I BAMBINI a questa età hanno voglia e bisogno solo di

GIOCARE e DIVERTIRSI….

non devono avere l’assillo della PRESTAZIONE, del GOL, del

RISULTATO da raggiungere a tutti i costi.

Per poter esprimere al meglio la propria GIOIA, le proprie ABILITA’, la

propria CREATIVITA’ devono sentirsi LIBERI e SERENI.

Per questo, in questo Torneo, non ci sono classifiche, non annoteremo

nemmeno i risultati, ci saranno premi per tutti e il TROFEO finale andrà

alla squadra che avrà espresso il GIOCO più bello e attraente.

A fare da contorno al loro GIOCO, come stimolo, ci sarà della musica.

Cosa ti chiediamo?

NON DARE MAI NESSUNA ISTRUZIONE AI BAMBINI

Corri! Passa! Scarta! Tira!…sono solo un disturbo!

MAI CRITICHE, SOLO APPLAUSI

sia ai propri giocatori che agli avversari…

anche di fronte agli errori….

…che sono solo una tappa lungo la strada per migliorare