L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare. Niente di più perfetto, della celebre frase di Gino Bartali, per raccontare la “baruffa chiozzotta” tra Osvaldo e Icardi, che ha imbrattato lo spumeggiante secondo tempo del Derby d’Italia. Una scena horror. Ma se quando assisti a un film dell’orrore, c’è il bollino rosso e i bambini sono lontani…allo stadio e davanti alla tv per Juve Inter di bambini e bambine ce ne erano migliaia e migliaia. E allora, come gli spieghi il perchè di quel pessimo siparietto? E poi la coda nevrastenica al fischio finale?
Glielo spieghi così. Almeno secondo me.

Caro bambino, dimentica quella scena tra Icardi e Osvaldo. O meglio, ricordala, per non imitarla mai. Nè su un campo di calcio, né nella vita. È stato un condensato di errori, da non ripetere. Mauro e Daniel sono bravi ragazzi, in fondo, non ingannino tatuaggi, rolls royce e capelli lunghi.
Ma sai, a volte, tante, sbagliano. Come tutti. Il primo errore – te ne sei accorto anche tu, vero? – è stato quello di Mauro. Un errore non tanto tecnico, quello è chiaro, quanto di scelta. In un secondo, con un semplice passaggio di dieci metri che avrebbe smarcato il suo compagno Daniel verso la gloria, avrebbe non solo creato una palla gol enorme, e magari fatto vincere la partita alla sua squadra, ma anche lanciato un messaggio in mondovisione: essere altruisti è bello. Dà un senso al proprio essere. Fa stare meglio gli altri, ma anche te stesso. Un assist, sai, può valere più di un gol: perchè è un segnale per l’altro, e per la squadra tutta. Siamo un corpo unico, se ci aiutiamo uno con l’altro, valiamo di più, piuttosto che se ognuno pensa a se stesso e alla propria fama. Icardi ha fallito questa grande, enorme, occasione: non tanto quella di aver tirato egoisticamente alle stelle, quanto quella di aver pensato che l’Io possa valere più del Noi. Non è mai così, caro bambino che hai guardato la partita. Nè in campo né fuori.

E Daniel? Anche lui, una enorme occasione buttata nel cestino. Ancora più clamorosa di quella del suo compagno. Già, perchè Osvaldo, non doveva comportarsi così. Un compagno può sbagliare, è in diritto di farlo, come tutti. Ma tu non puoi reagire in quel modo: è troppo plateale, è deleterio (significa che procura solo altri danni, non benefici), è inaccettabile. Vuol dire non solo scagliarsi contro un compagno ma contro l’intero senso di squadra, di gruppo. Ti spiego una cosa, che gli allenatori preparati dovrebbero sapere e trasmettere ai propri giocatori, dai Pulcini alla Nazionale: l’errore non deve essere vissuto come un dramma, con ansia, con rabbia. L’errore è solo una tappa, seppur magari dolorosa, nel lungo e faticoso processo di apprendimento. Cioè sbagliare è lecito, lo facciamo tutti: poi va compreso l’errore, in modo da superarlo, da non farci nessun replay. Solo così si cresce, si migliora. Ecco, Osvaldo avrebbe dovuto comprendere l’errore di Icardi e comportarsi in altro modo.

Lo sai, piccolo, come avrebbe reagito, per fare un esempio, un giocatore come Steven Gerrard, al posto di Osvaldo? Te lo dico io: avrebbe avvicinato Icardi, gli avrebbe dato una pacca sulla spalla, gli avrebbe sorriso e gli avrebbe urlato in faccia…non una parolaccia…gli avrebbe urlato, “Dai che ce la facciamo!”. Stai sicuro che alla prossima occasione Icardi quella palla gliela avrebbe servita sul piatto d’argento per fare gol. Avrebbe imparato la lezione. Sarebbe cresciuto. E poi il suo compagno – dopo il gol – sarebbe corso verso di lui, per abbracciarlo. Questo vuol dire essere squadra. Questo vuol dire essere calciatori. Essere uomini. Non certo, insultare anche il proprio allenatore e alla fine, correre furiosamente via verso lo spogliatoio.
Ecco perchè Osvaldo ha “sbagliato un gol” ancora più grosso di quello di Icardi.
Ricordatelo, se puoi, quando sabato giocherai, anche tu, in quel campetto di periferia o di oratorio….golo o non gol, vittoria o non vittoria, fai quell’assist! dai quella pacca sulla spalla!…diventeresti un grande bomber dell’altruismo!

Alessandro Crisafulli
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