Alzano le spalle, sbuffano: “Ma insomma basta, questa storia del “femminicidio“… Un fastidio latente  si diffonde nell’aria, anche qui, in mezzo a professionisti che di questi argomenti amari sono costretti a occuparsi – purtroppo – quasi ogni giorno. Eppure è proprio così, e l’atroce episodio che oggi  ha sconvolto Marina di Massa e il resto del Paese, è l’ennesima conferma: quando non può averti, un uomo può arrivare ad amarti fino a ucciderti. E togliersi la vita, magari, non prima, però, di aver stroncato quella del contendente, colpevole di aver attirato la simpatia del soggetto-oggetto della propria ossessione. La “ex”, fonte di ogni tormento, musa ispiratrice di deliri infiniti popolati di fantasmi, rimpianti, ricorsi, passione, sesso e progetti omicidi, come descrive magnificamente Margaret Mazzantini nel suo “Un giorno perfetto”, libro da divorare in una notte, in cui  l’ex marito respinto, pur di ferire l’ex moglie, non esita a uccidere le proprie creature. Gelosia, sigarette, notti insonni, appostamenti.

 

Perdono molto, ma non tutto. Dimentico subito, ma non per sempre. Non porto rancore ma detesto chi mi prende in giro», scrive su Facebook solo tre ore prima di compiere il folle gesto folle Marco Loiola : poco importa se le due bambine che hanno messo al mondo insieme lui e Cristina, quando erano felici, resteranno senza genitori. Poco importa se la notte non sapranno se versare lacrime per la mamma o il padre assassino, ma amato. Amatissimo. Incredibilmente è proprio qualcosa che ha a che fare con quel sentimento che dovrebbe condurre alla felicità dell’altro la spinta propulsiva che ha portato Loiola a togliere per sempre l’amore di mamma (Cristina Biagi) alle sue bambine. Rabbia,  gelosia, un matrimonio finito, un rapporto che lui voleva mantenere in vita ad ogni costo: per questo ha preso la pistola (già, ma perché aveva un’arma?) e, in preda a  un raptus irrefrenabile, a sole poche ore dall’omicidio del rivale in amore, si è lasciato andare a una sorta di delirio sul suo profilo Facebook, postando frasi  emblematiche: “si sbaglia sempre, si sbaglia per rabbia, per amore per gelosia. Si sbaglia per imparare. Si sbaglia perché non si è perfetti”. E ancora, “sai, ho solo due difetti: il primo è che son troppo buono. Il secondo è che so essere troppo bastardo dopo che te ne sei approfittato del primo” o, “sei sempre la stessa persona, hai solo cambiato modo di mentire”.

Il delirio di un uomo disperato? Può darsi, ma  Cristina aveva presentato alcune denunce per stalking e pare che la Procura di Massa stesse già indagando e  anche che il pm avesse già affidato alcune deleghe di indagine. Cronaca di una morte annunciata, quindi. L’ennesima. Uno studio del  gruppo Artemisia di Firenze dimostra come la prima causa di morte violenta di una donna sia la mano di un uomo: l’ex marito, l’ex compagno, il fidanzato respinto, il padre, lo zio. Inutile scomodare il femminicidio, che noia. Queste donne. Continuiamo a farle morire così, per troppo amore. Una storia che non finirà mai. Una scia di sangue che ha altre due vittime vere: due bambine a cui sarà difficile spiegare il perché di tutto questo.

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