Siamo nella settimana che ci porta al Natale. A riveder quella stella che cerchiamo in cielo tutte le notti. Che ci indica la strada da seguire. Ci avviciniamo alle Feste con l’immagine di Papa Francesco a Firenze che ci ha regalato immensa gioia. Un giacimento di gioia da spendere nei giorni più tristi. E con la possibilità di varcare la soglia delle nostre porte sante in nome di un Giubileo che esalta il valore della misericordia.
“È dalla misericordia di Dio – ha detto l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori – che anche noi impariamo ad essere misericordiosi verso gli altri: a essere generosi, a perdonare chi ci fa del male, ad aiutare chi ha bisogno. Per questo vi chiedo quest’anno di completare il presepe facendo un’opera di misericordia: dare da mangiare a una persona che ha fame, andare a trovare una persona anziana o malata, regalare un vestito o una coperta a qualcuno che ha freddo… O magari fare pace con qualcuno con cui avete litigato. Il mondo in cui viviamo ha un grande bisogno di gesti di misericordia: anche voi, con una piccola azione, contribuirete a far nascere Gesù non solo nella capannuccia, ma anche nel vostro cuore e nei cuori di chi vi sta accanto”.
Già un piccolo gesto, moltiplicato per tantissimi altri, può generare il seme della rivoluzione della gioia. E un sorriso e una riflessione lo dona anche il presepe che La Nazione ha voluto esaltare in queste settimane. Comunque la si pensi. “Il presepio è il simbolo della pace universale. Il simbolo della pace di una piccola famiglia. Una pace che irradia, vuol essere partecipata, che si estende ad abbracciare tutte le altre” ha detto nell’intervista il professor Givone che proprio un chiericetto non è.