TORNIAMO a gridarlo forte stasera allo stadio, al circolo davanti al maxi schermo, davanti alla tv di casa e nella propria cameretta: «Garrisca al vento il labaro viola». E’ l’inno della nostra squadra che riparte nell’avventura di un altro campionato. Con sè si porta l’onore di rappresentare una città, e che città (per noi capitale per sempre) e i fiorentini, alfieri orgogliosi di questa appartenenza. Firenze e Viola, una cosa sola.
I fiorentini, come abbiamo scritto il 9 agosto, il loro scudetto (quello dell’orgoglio) lo già hanno vinto dando dimostrazione ancora una volta, dopo il terribile nubifragio, di essere attaccati a tutto ciò che è Firenze. Maniche rimboccate e scope per ripulire lungarni e giardini.
Da stasera in poi i fiorentini si aspettano che la squadra del cuore sia degna sempre di Firenze, mettendo grinta e gioco, testa (nel senso di intelligenza) e piede (nel senso di pallone) quando scende in campo. Così si specchierà nell’abnegazione dei fiorentini mostrata ad inizio agosto e mostrerà, sebbene con diverse modalità, lo stesso orgoglio. Quello che dà il senso di apparteneza perché si porta una maglia, che più belle non ce ne sono, con un giglio irrangiungibile per altrettanta beltà. E allora la Viola «sarà di Firenze vanto e gloria» e potremo gridare fieri «abbiamo undici atleti e un solo cuore». Buona domenica.