Una generazione di genitori di bambini e ragazzi che vanno alle elementari e alle medie da quattro in condotta. Non più una sensazione o un rischio, ma una constatazione, amarissima, avallata sempre più dai fatti.
C’è una minoranza di babbi e mamme scomparsi: non svolgono il loro delicato compito, anzi. Son quelli che danno addosso alle maestre se il figlioletto prende un brutto voto o ha un richiamo scritto; sono quelli che si aggrappano alle reti dei campetti di calcio e urlano contro tutti (arbitri, allenatori che non fanno giocare il campioncino, tifosi avversari).
Quante scene tristi. Quante notizie che devono far riflettere.
Troppo facile dare la colpa fuori di casa. Ad altri sempre e comunque. La scuola, gli insegnanti, il modello, il sistema.
Poco tempo fa ospitammo un intervento della presidente dell’ordine provinciale degli psicologi che esortava: «Genitori, non smettete di fare il vostro compito». Parole vere.
Negli ultimi giorni abbiamo raccontato di una gang di giovanissimi che taglieggiava (con pistola), oggi di una ragazza di colore di un piccolo comune costretta a lasciare la scuola per minacce e offese.
Dove sono i genitori di quelli che facevano i bulli di periferia e di quelli che prendevano in giro la ragazzina? Quattro in condotta a loro, quelli che dovrebbero essere i grandi. Ma forse è anche troppo.