E’ PASSATA una settimana dal grido d’allarme che La Nazione ha lanciato per due eccellenze del nostro sapere: l’Accademia della Crusca e l’Opificio delle pietre dure. Due istituzioni che il mondo ci invidia. Due tradizioni che rischiano di limitare ulteriormente la loro preziosa attività se non arriveranno i finanziamenti statali e le assunzioni promesse.
Dopo i nostri articoli polemiche, scese in campo, nuovi appelli.
Vogliamo fare nomi e cognomi di coloro che sono coinvolti nelle promesse. L’Accademia della Crusca aspetta soldi per ricercatori e borse di studio. Le risorse devono arrivare, è vero, in primo luogo dallo Stato, ma negli anni scorsi la Regione, che di tesoretti ne ha molti in cassaforte, aveva garantito sostegno. E allora chiamiamo in causa il premier Matteo Renzi e il governatore Enrico Rossi.
L’Opificio delle pietre dure ha la pianta organica lacerata, tagliata. Il sovrintendente ha detto chiaramente che aspetta da tempo quanto promesso. E chi aveva detto di occuparsi di assunzioni e risorse ad hoc è il ministro alla Cultura Dario Franceschini. E a proposito di nomi e ruoli: confidiamo che il sindaco Dario Nardella, lungo l’asse Firenze-Roma, faccia sentire la sua voce. Forte e chiara come quando era in polemica per i tagli governativi al nostro territorio.