«Io una casa ce l’ho: è la casa radicale, ce l’ho da 50 anni. Semmai cerco una sede». Emma Bonino (che ieri era all’iniziativa di Benedetto Della Vedova, ‘Forza Europa’) commenta così lo sfratto che ha raggiunto la sua associazione (Radicali italiani) dalla storica sede del partito radicale e pure dalla radio. Sebbene il direttore di Radio radicale, Alessio Falconio, assicuri che il palinsesto non cambierà, lo strappo è di quelli dolorosi. Con la Bonino, devono fare gli scatoloni il segretario Riccardo Magi e Marco Cappato, già presidente. Lo strappo pare insanabile. «È insanabile, secondo il mio parere, come quello tra Sciascia e Guttuso», sintetizza Valter Vecellio. Vecellio, giornalista, è tra i sedici firmatari della email che sancisce la rottura e lo sfratto. Tutto nasce da una frattura antica tra Pannella e la Bonino, probabilmente quando i Radicali italiani parteciparono alle amministrative con l’avallo di Emma, ma non con quello di Marco. Nei cento giorni di agonia di Pannella, però, si sancì il vero ‘tradimento’. L’ex ministra degli Esteri non andò a trovarlo, «salvo poi mettersi in prima fila durante il funerale laico in piazza Navona. Una cosa stomachevole, visto che Marco chiedeva di lei ogni giorno», racconta Vecellio.

Certo è che finché Pannella era in vita, le due anime radicali – il Partito radicale transnazionale e l’associazione Radicali italiani di Magi e Bonino – convivevano, sebbene da separati in casa. Nel settembre scorso il patatrac al congresso di Rebibbia (senza la Bonino) vinto dai pannelliani, gli ortodossi del partito con Rita Bernardini e Maurizio Turco. La linea è raggiungere 3mila iscritti entro la fine del 2017. La mozione dei ‘boniniani’ è sconfitta. Due mesi dopo, congresso dei Radicali italiani di Bonino e soci. Obiettivo: «3mila tesseramenti». E qui che nasce l’equivoco. «Telefonavano dicendo: ‘ti vuoi iscrivere ai radicali’? Peccato che fossero l’associazione e non il partito», racconta Vecellio. Insomma una concorrenza interna e sleale, secondo gli ortodossi. Poi c’è la questione ideale. Gli ortodossi seguono il verbo di Pannella: battaglia su amnistia e indulto, abolizione dell’ergastolo… I ‘boniniani’ si concentrano su iniziative contro la Bossi-Fini. Ma non c’è solo l’eredità morale. Per Magi la rottura dipende dalla roba, cioè la sede del partito e Radio radicale (che non ha debiti).

IL PUNTO è che a gestire il tutto, secondo le disposizioni di Pannella, è una società intestata alla lista Pannella, cioè Turco, Bernardini, Arconti e Candido. Da qui, visto che i soldi cominciano a scarseggiare, la decisione: lo sfratto a tutti coloro che non seguono gli obiettivi congressuali, associazioni comprese. Che cosa succederà? Magi accusa gli ortodossi e apre a un incontro («che non c’è stato concesso nei mesi scorsi»). La linea morbida sarebbe quella di pagare un affitto, l’alternativa le vie legali.

Rosalba Carbutti

Articolo pubblicato su QN il 12 febbraio 2017

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