LA CASA comune del centrosinistra è nata, ieri, in piazza Santi Apostoli a Roma. In quella che è stata la culla delle vittorie dell’Ulivo, nasce l’alternativa al «renzismo» firmata da Giuliano Pisapia. Allora la colonna sonora era la Canzone popolare di Ivano Fossati, oggi Io ci sto di Rino Gaetano.
Via a «una sinistra di governo che alzi le sue bandiere», ha detto Pier Luigi Bersani, leader di Articolo 1-Mdp, dal palco. Pisapia lo conferma con un annuncio ufficiale subito dopo, marcando la distanza dal Pd di Renzi in modo incontrovertibile.
Se Bersani sferza un attacco duro («Basta a camarille e gigli magici, non se ne può più. Non è che tutto il mondo gira attorno alla Leopolda»), Pisapia rimarca la discontinuità con le politiche portate avanti negli ultimi anni.
«Nessuna ripicca e personalismi, ma perché vediamo le difficoltà del Paese». Dunque è stato un «errore l’abolizione dell’articolo 18 così come è stato sbagliato cancellare l’Imu sulla prima casa a tutti e per tutti».
Una demolizione punto per punto del renzismo di governo. Si attacca lo slogan ‘meno tasse per tutti’, si rilancia sul diritto ad avere il lavoro, la casa, fino alla valorizzazione del sindacato. La nuova ‘Cosa rossa’ farà pagare chi ha di più, vuole lo Ius soli e la sanità per tutti.
I riferimenti sono don Milani, Mandela, Rodotà, Neruda e Romano Prodi.
«OGGI (ieri, ndr) – spiega Pisapia – nasce un nuovo soggetto politico, ora si chiama ‘Insieme’, ma il nome lo sceglieremo insieme, non è una fusione a freddo, ma una fusione a caldo». Il percorso, assicura, sarà graduale, ma «a settembre già si costituiranno gruppi comuni». I bersanian-dalemiani che, inizialmente non erano convinti di sciogliere Articolo 1-Mdp appena nato, hanno accettato la ‘fusione’. E la coalizione con il Pd? La pietra tombale la fissa Massimo D’Alema: «Se questo nuovo soggetto avrà forza, col Pd discuteremo dopo le elezioni».
Il bersaniano Davide Zoggia, ieri in piazza, spiega che si partirà dai territori, poi via via si costituirà il nuovo soggetto nazionale che alle Politiche correrà da solo. Per Mdp forse un futuro da associazione culturale.
Anche Sinistra italiana e Possibile (la creatura di Pippo Civati) probabilmente confluiranno nella nuova casa di Pisapia, assieme, si dice, a qualche altro fuoriuscito dal Pd.

NON ci sarà, quindi, nessuna ‘Sinistra arcobaleno’, ma nemmeno un sistema di deboli alleanze modello Unione in cui partiti e partitini si scannavano per le poltrone.
Unici a restare fuori, si vocifera, i duri e puri: da Rifondazione comunista all’ala antagonista che, probabilmente, faranno una loro lista, assieme, forse, ai promotori dell’iniziativa del teatro Brancaccio.
Per il resto, l’obiettivo è unire davvero tutti sotto un’unica ‘insegna’. Il nome, se non sarà Insieme, verrà scelto – spiegano dall’entourage dell’ex sindaco di Milano – con una consultazione dal basso, probabilmente online.
«Sarà un centrosinistra largo e plurale, politico e civico», spiega Bersani. «Le singole soggettività si evolveranno in un unico soggetto politico», rimarca Pisapia.
Ma se Bersani si toglie, come si dice, qualche sassolino dalle scarpe verso Renzi («Basta con l’arroganza»), l’ex sindaco di Milano usa toni pacati, non cita mai il segretario dem ed esorta a ragionare su «un’Italia più giusta, più inclusiva». Un piglio non da Corbyn, ma da «antileader», come lo presenta sul palco il giornalista Gad Lerner. O, come già lo definisce qualcuno, da nuovo anti-Renzi.

Rosalba Carbutti

Articolo pubblicato il 2 luglio su QN

Twitter: @rosalbacarbutti

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