Il sole è tramontato tre volte e tre volte la luna ha preso il suo posto. Il cielo quando la luna non si nasconde fa meno paura. Siamo 53. Stretti anche nel destino. Maniba mi guarda con speranza e devozione. Non potevamo più restare in Senegal. Saremmo andati a prenderci il nostro futuro nell’El Dorado d’oltremare, le avevo detto. Non avevamo nulla da portare via, solo ricordi. Buoni e meno buoni. Ma i ricordi non si decidono. Hanno le chiavi della casa dell’anima, possono entrare e uscire quando vogliono. Il mare è agitato, la notte della terza luna. Rami è partito con noi da Bambey. Non riesce a nascondere la paura. Parla, gesticola come un forsennato, canta anche. Pare un istrione, un saltimbanco, un commediante che dà spettacolo sul ventre bagnato del mondo. Ma gli occhi sono immobili in un punto indefinito nell’orizzonte marino. Due pezzi di carbone dietro un velo d’ombra. Il mare schiuma rabbia. Maniba si stringe a me. E io la tengo stretta. Non abbiamo altro da custodire. Ma è tanto. La forza del mare cresce. Si gonfia. C’è freddo. Rami canta per coprire il pianto disperato dei bambini. La nostra barca rimbalza da una cresta all’altra, come una pallina da ping pong. Fino all’ultima acrobazia. Poi solo silenzio. E non capisci più dove finisce il mare e inizia il cielo.

 

Le tragedie del mare, purtroppo, sono quasi all’ordine del giorno. L’alro giorno sul gommone erano stipati in 53 (provenivano dall’Africa sub sahariana, dalla Nigeria, dal Benin, dal Senegal) ma quando i soccorritori sono giunti, avvertiti da una chiamata con un telefono satellitare, a 29 miglia delle coste libiche ne hanno trovati in acqua solo 22. I superstiti, giunti a Lampedusa, hanno raccontato che gli altri compagni di viaggio – 31, tra cui anche 9 donne – sarebbero morti nel naufragio sulle coste libiche. L’ennesimo naufragio nel canale di Sicilia nono fa altro che allungare il lungo elenco di vittime senza nome ingoiate dal Mediterraneo. Secondo Fortress Europe, dal 1994 nel solo canale di Sicilia sono morte oltre 6.200 persone, più della metà (4.790) disperse. Il 2011 è stato l’anno più brutto: tra morti e dispersi, sono scomparse almeno 1.800 persone, 150 al mese, 5 al giorno.