Che tempo che fa. La domanda rimbalza sulla bocca di tutti in quel di Saint Andrews, soprattutto dopo la furia incontrollabile del meteo di oggi. Ma se lo chiede soprattutto Dustin Johnson, che, sopravvissuto alla grande alle raffiche impetuose del vento, ha saputo confezionare un meno 10 in faccia a Jordan Spieth che, se da un parte sa di riscatto, dall’altra gli vale la leadership dell’Open Championship dopo 36 buche. Se lo chiede DJ, dicevamo, perché il suo destino si intreccia indissolubilmente con il tempo che farà da qui a lunedì, giornata conclusiva del torneo: senza Eolo a rovinare la festa, con i suoi drive che lambiscono i perimetri dei green, è lui il supermegafavorito per il titolo; per contro, con la ventazza a cannone, il ventaglio tecnico dei papabili si allargherebbe a dismisura. Ma non è solo contro il meteo bastardo di Saint Andrews che se la dovrà vedere il fisicato americano: la storia insegna infatti che il più temibile degli avversari di Dustin è Dustin stesso.
Lo US Open di Pebble Beach e quello di qualche settimana fa, il PGA Championship di Whistling Straits e infine l’Open Championship del Royal St. George sono stati palcoscenici amari delle magagne combinate dell’americano, che, a un soffio dal successo, nelle ultime 18 buche ha sempre teatralmente cestinato ogni chance di vittoria. E dunque per DJ il rischio d’incrociare un pezzo di passato che lo costringa a fare i conti con il presente, naturalmente esiste anche stavolta. E anche tanto. Però è anche vero che per certi campioni, quelli che la gloria attende spesso invano, giunge il momento di dimostrare finalmente di non essere solo una meravigliosa incompiuta. Ecco: per Johnson il cronometro che segna l’immortalità sportiva riprende a ticchettare ancora una volta da stasera, da quando gli ultimi gabbiani in volo su Saint Andrews lo accompagnavano da leader del torneo verso il meritato riposo. A lui la scelta: o restare prigioniero del passato, o affrontare il presente per costruirsi un futuro da supereroe; o farsi nuovamente imbrigliare il gioco dal peso della responsabilità di una vittoria, o dimostrare una volta per tutte il proprio reale valore, lasciando al suo talento e alla sua voglia di riscatto le leve del comando del suo golf. Sempre però che il signor Eolo si decida a dargli una mano.