Una volta parlavamo di sogni e di amori, adesso parliamo di badanti per i nostri genitori. Benvenuti negli anni cinquanta o giù di lì, anno più, anno meno. Siamo quella generazione di ex baby boomers, di quelli che hanno avuto una bella vita, a detta dei nostri figli. Molti di noi (io per prima) sono riusciti a svolgere il lavoro dei propri sogni, sono riusciti a costruirsi una vita, una o più famiglie. Adesso, però, con il numero 5 davanti e la pensione ancora lontana, quasi un miraggio, è arrivato il tempo della resa dei conti con i nostri genitori. E chi ce li ha ancora ( i più fortunati) si trova, molto spesso, a spogliarsi del ruolo di figli e diventare genitori della propria madre o del proprio padre. Così ci riconosciamo subito, dal primo sguardo e non solo per quelle rughe ci segnano il volto. Ci riconosciamo perchè negli occhi abbiamo quella malinconia di chi sta vedendo un proprio caro arrivare al capolinea ed è totalmente impotente, con le mani legate. Così, tra noi coetanei e figli di una volta, ci mettiamo a parlare di badanti, a darci consigli sulle pratiche Inps o sugli specialisti da contattare. E’ la ruota della vita che gira per tutti, prima o poi. E guardiamo con un pizzico di invidia quelli che, fra di noi, ancora possono sentirsi figli al 100 per cento, quelli che possono ancora andare a pranzo da mamma e papà sentirsi ‘piccoli’, nonostante i capelli bianchi e l’andro o menopausa che galoppa. Noi, invece, siamo diventati i padri e le madri dei nostri genitori che, a volte, neanche ci riconoscono più. Ma è il nuovo sapore della vita che va avanti.