I terroristi che arrivano a farsi esplodere o che aprono il fuoco con il mitra in mano per fare più vittime possibili non sono mai soli. Gli attentati di Parigi e Bruxelles, pur appesi alla casualità e all’ immediatezza del momento, sono azioni militari pianificate e studiate perfettamente che necessitano di un apparato efficiente e affollato per consentire l’azione finale a chi preme il grilletto o tira la maniglia della bomba con la quale si fa esplodere in mezzo alla gente.

A scalare servono complici che studiano i percorsi, gli orari, osservano la situazione e soprattutto coprono gli attentatori nell’area in cui abitano o vivono in attesa dell’operazione. O dopo averla compiuta.Non sono mai soli gli uomini della morte. I terroristi nascono e si nascondo spesso in un contesto sociale che se non li giustifica direttamente, li copre, li agevola ne fornisce uno scenario culturale di complicità indiretta. Come è accaduto a Molenbeek, la roccaforte islamista del Belgio. Molti musulmani vogliono integrarsi, molti altri non ci pensano nemmeno ma se devono scegliere appoggiano culturalmente chi considera l’Occidente un covo di infedeli da colpire sotto le insegne dell’Isis. E’ significativo l’episodio dei giovani che proprio a Molenbeek, durante l’assedio all’appartamento dove si nascondeva Salah, il boia di Parigi, tiravano sassi ai poliziotti o comunque sfoggiavano un atteggiamento strafottente. Sono ragazzi che forse non impugnano il mitra o le bombe ma preferiscono simpatizzare per i combattenti di Allah. Il direttore Andrea Cangini ha ricordato in un suo recente editoriale ciò che disse Mario Moretti, leader delle Brigate rosse: ammise che la vera forza delle Bierre non erano tanto i suoi soldati quanto il consenso sociale che ammantava la loro presenza.

Ha ragione Magdi Allam quando sostiene che in Occidente dobbiamo riscattarci e contrastare con maggiore forza una cultura e una classe politica che favoriscono l’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa. In mezzo alla marea  inarrestabile di musulmani che arrivano senza più freno ci sono gli onesti, gli indifferenti, gli ostili, coloro che non vogliono integrarsi. Dentro questo turbolento  mondo di mezzo, sospeso nella nostra società, crescono e si  nascondono facilmente Salah e i suoi fratelli della guerra santa. Più la cultura islamica si diffonde e più è difficile controllarla. E’ la guerra a bassa intensità, senza spari nè forze speciali in campo, che la nostra società e la nostra classe politica sono chiamate ad affontare oggi e in futuro.

BEPPE BONI